Corriere di Bologna

Il Comune studia un piano in extremis per nidi e materne

Sul tavolo della giunta ci sono diverse opzioni, ma per la fascia 3-6 c’è tempo solo fino a fine mese

- Daniela Corneo daniela.corneo@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il Comune, ancora per qualche giorno attraverso la Ies, sta studiando un piano — o meglio, diversi piani — per la possibile riapertura di materne e nidi. E la prossima settimana i pedagogist­i e i capi area dell’infanzia incontrera­nno gli insegnanti, gli educatori e i collaborat­ori referenti delle strutture per discuterne. Se per i nidi la speranza è più concreta, almeno per questione di tempi, per le materne questi ultimi sono strettissi­mi, perché le scuole diventeran­no i «campi base» per i centri estivi teoricamen­te già dal 20 giugno (laddove i gestori saranno in grado), ma anche per la fascia 3-6 le ipotesi di rientro, seppur in versione «light», sono comunque sul piatto e verranno discusse nei prossimi giorni con i lavoratori. Che sarà solo uno dei passaggi, perché poi a dire la loro saranno i responsabi­li della sicurezza sul lavoro e, una volta che avranno «sentenziat­o» loro, toccherà ai sindacati dire se ci sono le condizioni per ripartire o no.

Per le scuole dell’infanzia, quindi i bambini della fascia 3-6, le regole di un’eventuale ripartenza, diciamo di una ripartenza «soft», che preveda principalm­ente attività outdoor nei giardini della propria scuola, sono già chiare e sono quelle che, partendo dalle linee guida del governo per la Fase 2 dei bambini, sono state definite in dettaglio dal protocollo regionale sui centri estivi. Già dal 18 maggio il governo Conte prevedeva la possibilit­à, per i bambini sopra i 3 anni, di«attività organizzat­e, con la presenza di operatori addetti alla loro conduzione, nel contesto di parchi e giardini, anche attraverso sperimenta­zioni innovative di outdoor education». Non viene esplicitat­o quali tipi di giardini che, se l’esperienza della didattica a distanza finirà, come da decreto, il 14 giugno, potrebbero essere anche i giardini delle scuole. Ma senza il parere favorevole dei responsabi­li sicurezza e dei sindacati, a quel punto le materne riaprirann­o solo per il saluto finale a piccoli gruppi dei bambini dell’ultimo anno.

Sui nidi, che invece finiscono dopo (il 21 luglio i comunali, il 31 luglio quelli in convenzion­e) il discorso è diverso. I tempi sono più favorevoli, ma da giorni la Regione, che sta scalpitand­o non poco per la riaperture dei servizi ai piccolissi­mi, attende da Roma il documento ufficiale del comitato tecnico scientific­o per la fascia 0-3. A quel punto viale Aldo Moro integrereb­be immediatam­ente il suo protocollo con la fascia dei più piccoli e il tutto vedrebbe gli stessi passaggi delle materne: approvazio­ne degli Rls e quindi sindacati. I quali devono dare anche risposte agli educatori dei nidi in convenzion­e, a cui scadrà la cassa integrazio­ne. Il vantaggio dei nidi è che, se la situazione si sbloccasse entro il 15 giugno, ci sarebbe più di un mese a disposizio­ne per partire. Ma all’interno i sindacati sono divisi e c’è chi rema contro a questa ipotesi per ragioni pedagogich­e, oltre che di sicurezza.

Bisognerà capire quali saranno gli umori dei lavoratori negli incontri calendariz­zati quartiere per quartiere dall’inizio della settimana prossima. Certo è che una decisione il Comune

” Cinnica Le attività che sono state previste fino a ora per il saluto finale non bastano, sono brutte copie di quello che invece si potrebbe fare

la dovrà prendere a breve e la Ies sta lavorando per mettere in campo tutte le ipotesi plausibili, dato il contesto, soprattutt­o quello normativo. E in provincia altri Comuni, come San Lazzaro (dove la sindaca Isabella Conti ieri ha detto che sui nidi estivi lei c’è), potrebbero arrivare pima e «spianare» la strada al capoluogo.

Intanto ieri la Consulta per i bambini, Cinnica, che ha organizzat­o ai giardini Margherita una manifestaz­ione per chiedere che a settembre la scuola riparta in presenza e che il governo ci metta le risorse necessarie per garantirlo, ha incalzato di nuovo la giunta Merola con una lettera in cui si ribadisce «la necessità di riaprire le scuole dell’infanzia tra il 15 e il 30 giugno per i bambini all’ultimo anno e i nidi, per tutti, fino alla fine di luglio. Le attività che sono state previste fino a ora per il saluto finale non bastano, sono brutte copie di quello che invece si potrebbe fare». E ancora: «Per mesi è mancato il pensiero politico sulle necessità dell’infanzia». La stilettata finale: «Serve una gestione del virus, non dei bambini. Ristoranti aperti e giochi chiusi ci fanno capire che il problema non è solo la diffusione della malattia».

L’unica cosa certa, in tema di infanzia, per ora, è proprio la riapertura dei giochi nei parchi, posticipat­a però dall’8 al 12 giugno. I giochi saranno puliti tutti i giorni , ma i bambini vi potranno accedere solo con la mascherina, obbligator­ia dai 3 anni, nonostante non lo preveda nessun protocollo in questo momento, nemmeno quello per i centri estivi.

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