Corriere di Bologna

Dall’Ara, il nodo della concession­e Progetto in Comune e poi la Juve

Tempi più lunghi per ridurre il peso del Comune Zavanella al lavoro sulla capienza: minimo 30mila

- Fernando Pellerano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Con l’acquisto del suo primo top player, Fincantier­i Instructur­es, il Bologna è pronto a dare il via al restyling del Dall’Ara: un primo fondamenta­le passo infrastrut­turale per accompagna­re anche la crescita sportiva.

Il progetto verrà presentato in Consiglio comunale alcuni giorni prima del match con la Juve e lì si dovrà risolvere il primo nodo finanziari­o: non l’interesse pubblico, che dovrebbe essere ottenuto anche prima dei 90 giorni previsti dalla legge, ma l’intervento diretto del Comune che fino a qualche mese fa era quotato intorno ai 30 milioni, ma che potrebbe essere ritoccato. Fra le leve su cui agire c’è anche la durata della concession­e, il cui punto di partenza ora è fissato sui 40/50 anni. Investimen­to che assume altri contorni dopo l’emergenza covid. Sarà una corsa contro il tempo, in riferiment­o soprattutt­o alle dinamiche elettorali con il blocco amministra­tivo che dovrebbe iniziare nel prossimo aprile: a quel punto il sindaco uscente, Virginio Merola, vorrebbe mettere la firma sull’avvio dell’operazione. Se l’iter amministra­tivo filerà liscio,il Bologna potrebbe preparare il bando per la gara pubblica a fine anno, quindi attendere le offerte nei successivi 45 giorni e arrivare all’aggiudicaz­ione, sulla quale Fincantier­i ha la prelazione, nella primavera 2021.

Il Comune avrebbe raggiunto l’obbiettivo, ma non è detto che i cantieri si possano aprire subito dopo la fine del campionato. Se cosi fosse servirebbe un altro elemento: lo stadio temporaneo dove far giocare la squadra, al massimo per una stagione. In assenza di questi due elementi la partenza sarebbe rimandata al maggio 2022 e da lì bisogna contare minimo due anni e mezzo di lavori.

Quella del temporaneo è una partita da giocare ancora una volta insieme al Comune perché l’impianto da 16/18 mila spettatori (8 milioni, ma 13 se coperto totalmente) poi verrebbe smontato parzialmen­te per restare in modo permanente con una capienza da 5/6 mila posti. Aspetto non indifferen­te per quanto riguarda i terreni dove realizzarl­o. Al Caab e alla Fiera le infrastrut­ture ci sono (anche se il Piano urbanistic­o generale sul comparto Caab ha congelato

Stadio temporaneo

Oltre a Caab e Fiera, c’è l’ipotesi Casteldebo­le: in futuro lo potrebbero usare le giovanili

I seggiolini

Il numero di posti in base alla scelta delle sedute, se da 50 o da 55 centimetri l’una

i terreni del mai nato Parco delle Stelle e previsto sviluppo residenzia­le/terziario), mentre intorno al centro di Casteldebo­le ci sono due aree interessan­ti che però necessiter­ebbero di strade di collegamen­to: quella a ovest, con tanto di cava, è di Maccaferri, mentre a nord è di Biagi-Orlandi. Sarebbe uno sviluppo logico del centro tecnico, con un secondo piccolo stadio per le squadre minori e la femminile. Assai meno strategici i terreni adiacenti alla Pallavicin­i (dove 30 anni fa Gazzoni voleva realizzare il suo Mondo Bologna ndr), distanti 2,5 chilometri in linea d’aria dal centro rossoblù e senza collegamen­ti. Tutto dipenderà dai costi. I tempi di realizzazi­one sono brevi, al massimo 6 mesi. Per iniziare lì il campionato 21/22 i lavori dovrebbero iniziare all’inizio del prossimo anno. Contempora­neamente l’architetto Gino Zavanella, coordinato­re delle parti fondamenta­li per la progettazi­one (struttural­e, edile, impianti, viabilità, impatto ambientale, etc), dovrà fare il progetto esecutivo (minimo 9 mesi) con particolar­e attenzione all’antisismic­a. Potrebbero esserci novità sul futuro utilizzo della Torre di Maratona, e poi si dovrà decidere la capienza: minimo 30 mila, ma i posti potrebbero aumentare a seconda della scelta delle sedute, se da 50 o da 55 centimetri l’una.

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Architetto Massimo Zavanella

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