2 Agosto, volantini e polemiche
L’iniziativa
«Hanno paura del processo sui mandanti che sara’ la pietra tombale su una serie di piste alternative e allora si aggrappano a questi mezzucci per confondere l’opionione pubblica». Così Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage alla stazione, sui volantini diffusi martedì sera a Bologna che, con tanto di foto dei resti di pelle rimasti dopo lo scoppio della bomba, rilanciano la tesi di una 86esima vittima e dunque di un’altra’ verità sulla strage. Per gli autori dei volantini, si tratterebbe dei resti della attentatrice che aveva con se’ l’ordigno che sarebbe esploso accidentalmente uccidendola. Il volantino, dal titolo «2 agosto 1980 La verita’ e’ orrenda», riporta la foto del lembo facciale riesumato nella bara di Maria Fresu che con la figlia Angela mori’ il 2 agosto 1980. Lembo facciale che non appartiene a Fresu, come ha stabilito un test del dna. Secondo chi distribuiva i volantini, quel resto sarebbe addirittura della persona che avrebbe commesso l’attentato, per il quale sono stati condannati gli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini e, in primo grado, Gilberto Cavallini. Di tutt’altro avviso ovviamente, Bolognesi, secondo cui si tratta di «volgare speculazione, uno sciacallaggio». Frasi che hanno fatto imbufalire Massimiliano Mazzanti, il giornalista promotore del Comitato per la verità su Ignota 86. «Ho incaricato l’avvocato Mattia Finarelli di querelare Bolognesi per le gravi affermazioni che ha rivolto nei miei confronti quale ideatore del volantino».