DOPPIO INCARICO FELICORI NELLA BUFERA
«Non si è dimesso dall’aula». L’assessore: svolgo con dedizione i due ruoli
È durata sei mesi la convivenza pacifica tra Azione e Italia Viva nella lista Bonaccini presidente. Carlo Calenda va all’attacco di Mauro Felicori, che non ha lasciato l’Assemblea regionale dopo la nomina in giunta per cedere il posto all’imolese Mara Mucci: «La mossa del paguro».
È durata sei mesi la convivenza pacifica tra Azione e Italia Viva nella lista Bonaccini presidente. Anche meno, considerando che il malumore cova da tempo, ma è esploso solo ieri dando il via alla prima lite nella maggioranza costruita dal governatore Stefano Bonaccini alle Regionali dello scorso gennaio.
Oggetto del contendere un posto in Assemblea regionale, per la precisione quello che Mauro Felicori (in quota Italia viva) non ha lasciato libero dopo la nomina ad assessore alla Cultura. L’attacco arriva addirittura dal leader di Azione
Carlo Calenda, con un tweet al vetriolo in difesa dell’imolese Mara Mucci, ex deputata del M5S e prima dei non eletti (in quota Azione) nella lista del governatore. «Breve storia triste sul modo di fare politica di Matteo Renzi. Tutti gli eletti entrati nella giunta di Bonaccini si sono dimessi dal Consiglio per dedicarsi al governo regionale. Questione di serietà. Tutti — sottolinea Calenda — tranne Mauro Felicori, eletto con Italia viva. Mossa del paguro». La diretta interessata, che da settimane aspetta il passo indietro del compagno di lista, si sfoga sui social. «Ai tanti che mi hanno votato e sostenuto per avermi in Assemblea regionale, e a chi in queste settimane mi ha chiesto a che punto fossimo, dovevo delle spiegazioni». Calenda, rivendica la candidata imolese, è stato «il primo a buttarsi per sostenere Bonaccini. Eravamo una coalizione. In tanti hanno votato me e Felicori sulla stessa scheda. E lo sforzo di Azione ha fatto eleggere Felicori. Gli altri assessori si sono dimessi. Questo è quanto».
L’assessore prova a tenere bassi i toni. «Sono stato eletto sei mesi fa e sto svolgendo con dedizione il mio compito di consigliere a fianco dell’incarico di assessore. Naturalmente, se in futuro avrò difficoltà ad assolvere con efficacia questa doppia responsabilità, ne trarrò le conseguenze». Non esiste automatismo tra nomina in giunta e dimissioni dall’Aula, ma consuetudine vuole sia così per cedere posto ai compagni di lista. Felicori, assicurano dalla Regione, non percepisce un doppio stipendio. Perché non lasciare il posto? Forse perché i numeri del centrosinistra non sono così larghi e Felicori viene considerato più affidabile dell’ex M5S Mucci. Magari bisogna bussare in Regione se a Imola Azione resta ancora fuori dalla coalizione per le Amministrative.