‘Ndrangheta e white list La giunta del Senato non salva Giovanardi
Dalla giunta sì all’uso delle telefonate del politico indagato dall’Antimafia
La Giunta per le Autorizzazioni di Palazzo Madama non salva l’ex senatore Carlo Giovanardi e dà l’ok all’utilizzo, seppure solo in parte, delle intercettazioni e dei tabulati telefonici che coinvolgono il politico nell’inchiesta dell’Antimafia di Bologna sulle presunte pressioni per non escludere alcune ditte dalla white list.
La Giunta per le Autorizzazioni di Palazzo Madama non salva l’ex senatore Carlo Giovanardi e dà l’ok all’utilizzo, seppure solo in parte, delle intercettazioni e dei tabulati telefonici che coinvolgono il politico, all’epoca dei fatti in Senato con il Nuovo Centrodestra.
Giovanardi è indagato dall’ Antimafia di Bologna per minacce a corpo politico, amministrativo e giudiziario dello Stato, rivelazione di segreti d’ufficio e minacce e oltraggio a pubblico ufficiale, in uno stralcio del maxi processo Aemilia .I fatti prendono le mosse dalle norme introdotte per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma nel 2012 e l’obbligo delle imprese di essere iscritte nelle white list, da cui fu esclusa la Bianchini Costruzioni srl per i rapporti con Michele Bolognino, esponente del clan Grande Aracri. Durante l’inchiesta Aemilia, alcuni funzionari della Prefettura di Modena sotto intercettazione perché sospettati di tenere i rapporti tra i Bianchini e il Gruppo interforze che rilasciava le autorizzazioni per l’iscrizione nelle white list, risultarono avere contatti con il senatore Giovanardi. Per i pm della Dda, l’attuale procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini e la pm della Dda Beatrice Ronchi, il senatore, «avvalendosi tanto della sua influenza politica, quanto delle aderenze all’interno della Prefettura di Modena, avrebbe in più occasioni tentato di condizionare l’attività dell’organo collegiale incaricato dell’istruttoria (il G.I.R.E.R. ), facendo illecite pressioni per ottenere una rivalutazione dei provvedimenti adottati» nei confronti della ditta Bianchini Costruzioni S.r.l. e della ditta individuale IOS di Bianchini Alessandro.
A Giovanardi viene contestato anche di aver fatto pressioni sull’allora comandante dei carabinieri di Modena.Nel frattempo Bianchini e la moglie sono stati condannati in primo grado nel processo Aemilia
Le accuse della Dda Con il suo ruolo tentò di condizionare le decisioni dei funzionari per favorire la Bianchini
(9 anni e 10 mesi e 4 anni) ed è in corso il processo d’Appello. La Giunta del Senato ha deliberato a maggioranza di rimandare al voto del Parlamento l’autorizzazione all’utilizzo dell’intercettazione della telefonata tra Giovanardi e l’imprenditore edile Claudio Baraldi del marzo 2013 durante la quale il senatore chiedeva informazioni sulla ditta di quest’ultimo, oggetto di un’indagine poi archiviata (per un subappalto a una ditta del Trapanese legata a una famiglia dei Corleonesi, ndr). Nel corso della telefonata il senatore raccontava di aver incontrato a Modena «il dottor Gratteri, quello della Dia» e di aver ribadito la sua posizione nota dentro e fuori dal Parlamento secondo cui «questa normativa antimafia danneggia solo le imprese oneste». Giovanardi inoltre consigliava all’imprenditore una cessione di azioni come «proforma» per ottenere la revoca dell ’interdittiva, e lo rassicurava che avrebbe proseguito la sua «battaglia» per cambiare la legge.
La Giunta non ha autorizzato l’utilizzo di altre telefonate con Baraldi, perché, scrive il senatore relatore Meinhard Durnwalder, la Procura dopo la prima telefonata avrebbe potuto chiedere l’autorizzazione a intercettare il senatore in quanto era ormai chiaro un suo possibile coinvolgimento nell’inchiesta. Via libera invece al voto sull’utilizzo dei tabulati telefonici del funzionario della Prefettura modenese Mario Ventura, dei Bianchini, di Mario Lugli (presidente pro tempore della F.lli Baraldi) e Cono Incognito (funzionario del Girer).