Visioni, memoria, identità Si Fest celebra la fotografia
A Savignano sul Rubicone confermata la 29edizione della rassegna, che porta in città grandi scatti. Il direttore artistico: «Protagonisti da Basilico a Venturi»
Identità e dialogo. E ancora, visioni, memoria, storia. Una carrellata di parole chiave spesso ricorrenti quando si cerca di immaginare il futuro senza dimenticare le radici. A Savignano sul Rubicone, nel cesenate, di questi temi se ne parlerà con la fotografia, nell’ambito della ventinovesima edizione del festival più longevo a essa dedicato, il «Si Fest» in programma dal 18 al 20 settembre prossimo. A fare da sfondo un format rinnovato nell’anno della pandemia e del lockdown che ha costretto a ripensare gli spazi del festival.
Anche se le anticipazioni promettono bene. Perché dal percorso espositivo al chiuso negli edifici simbolo del piccolo comune romagnolo delle scorse edizioni, si passerà a un itinerario viaggiante nelle vie e nelle piazze, oltre che nei locali che consentiranno le visite in sicurezza, tra installazioni appariscenti, che accenderanno i riflettori anche sul fiume che lo attraversa: il Rubicone, già celebre grazie a Giulio Cesare. Del resto se il condottiero romano ebbe il merito inconsapevole di connettere il nome di Savignano alla storia millenaria e immortale, il «Si Fest» con una storia alle spalle quasi trentennale ha consacrato il paese a città della fotografia. Savignano è quindi il Comune che rappresenta l’Italia nell’ambito del progetto «Ide», fulcro dell’edizione 2020 laddove per altri Stati sono le grandi capitali a ricoprire il ruolo di «ambasciatrici». Finanziato con il bando Creative Europe promosso dalla Comunità Europea, il progetto lega infatti il piccolo comune della Provincia di Forlì Cesena alle metropoli di Copenaghen, Amsterdam e Saragozza, che ospitano altrettanti importanti festival dedicati alla fotografia. «”Ide” è un acronimo – spiega il direttore artistico Denis Curti -. Parliamo di Identità Cultura ed Europa. Quando abbiamo ripensato il festival dopo il lockdown, abbiamo pensato di intitolare il suo fil rouge alle “Idee”. Il progetto “Ide” raccoglie 250 fotografie opera di artisti europei, un’indagine sociale sul vecchio continente che affronta il tema dell’integrazione e i cambiamenti in atto, cercando di immaginare il futuro».
Tra gli artisti protagonisti la spagnola Katerina Buil, la
danese Marine Gastineau, l’italiano Filippo Venturi. Ma l’indagine svolta nell’ambito del festival è di carattere glocale e quindi globale e locale insieme. L’esposizione di una raccolta di fotografie tratte dall’opera del fotografo Gabriele Basilico ne è la prova. «Molte mostre – continua Curti - risentiranno di un’attenta ricerca negli archivi nella città di Savignano, ma non solo. Nella vicina Rimini, una delle più grandi aziende è la Scm. Negli anni 70’ i dirigenti chiamarono il grande fotografo Basilico per raccontare con le sue immagini quello che accadeva. E al “Si Fest” quelle immagini le restituiremo al pubblico».
Ma se l’itinerario espositivo indagherà le ragioni dell’identità storica e sociologica nel vecchio continente, non mancherà un passaggio sulle drammatiche settimane del lockdown. «Abbiamo scelto nell’ambito del “Si Fest Off”una serie di iniziative a margine del Festival - alcune fotografie emblematiche che raccontano i giorni dell’emergenza sanitaria: il suo impatto a livello sociologico ma non solo. Abbiamo prediletto, in particolare, i lavori del collettivo Cesura».
Interessante, a margine, anche il contest proposto ai cittadini di Savignano per raccontare la città «fotografata dal divano». Una narrazione fatta per immagini del cambiamento degli stili di vita negli ultimi mesi. Il festival è in programma dal 18 al 20 settembre, ma le mostre saranno visitabili anche il 26 e il 27 settembre e il 3 e il 4 ottobre. www.sifest.it