Corriere di Bologna

Che beffa, Bologna

I rossoblù segnano due gol in avvio e dominano quasi tutta la gara, ma lasciano al Parma una rimonta incredibil­e: finisce 2-2

- di Alessandro Mossini, Fernando Pellerano

Due a zero al 90’, due pari alla fine. Harakiri del Bologna, nei due respiri finali in pieno recupero. I rossoblù, mai così belli dopo il lockdown, annegano nell’amarezza dopo il 2-2 col Parma. Scudocroci­ati dominati per tutta la partita proprio come tre giorni prima aveva fatto il Sassuolo col Bologna. Match quasi fotocopia, con i padroni di casa che segnano nel recupero. Non una rete però, come i rossoblù al Dall’Ara, ma due. Quelle che bastavano per impattare il risultato. E gettare nello sconforto il Bologna e un Sinisa, fino ad allora scatenato in tribuna d’onore (non c’è pubblico, la sua voce ha preso il sopravvent­o) e poi muto. La vittoria, che sarebbe stata meritatiss­ima, era l’abbrivio che serviva per tenere aperta la strada per l’Europa e per raggiunger­e i 50 punti mai centrati nell’era Saputo.

Il derby finisce quindi come all’andata, nel finale e con risultato bugiardo: al Dall’Ara fu Dzemaili a segnare allo scadere, ma avrebbe dovuto vincere il Parma. Tutto torna, si fa per dire. La classifica ora galleggia lì a metà, Milan, Napoli e Atalanta sono alle porte, Mihajlovic vorrà rifarsi. Rimane quel record da brividi con la 27a partita con gol subito.

Di questi tempi le scelte iniziali sono molto importanti, Sinisa schiera gli undici migliori partendo dal recupero di Soriano e optando per Barrow centravant­i e la mediana sudamerica­na Medel-Dominguez. Sorprende invece D’Aversa che ruota 5 giocatori, lascia in panchina Kulusevski, Gervinho, Caprari, e piazza Darmian a sinistra sulla linea degli attaccanti. Reduce da 4 sconfitte consecutiv­e il Parma inizia molto contratto, ma è l’approccio dei rossoblù a colpire: determinat­i, precisi, concentrat­i. E con un regista di prim’ordine: Soriano. È lui, con la giornata di squalifica annullata, a far girare la squadra. Dialogo perfetto con i mediani e gli attaccanti. «Mammia mia quanto non è scarso», tanto per ribaltare la frase di San Siro. L’altro protagonis­ta è Sinisa, scatenato col suo vocione dalla tribuna. «Mussa!! Mussa!!» e così via. Si calmerà dopo una ventina di minuti, quando il suo Bologna è già sopra di due gol. A spaccare il match ci pensa Barrow al 3’, tiro secco, Sepe non trattiene, corner. Batte Orsolini, Danilo di testa, vantaggio Bologna. In scioltezza e dopo azione manovrata ecco il raddoppio di Soriano, che dal limite di sinistro a girare trova l’angolino con Sepe non attento. Sono passati 17’. E i rossoblù non si fermano. Il campo è loro, i parmensi non vedono palle e quindi porta. Skorupski inoperoso. Un primo tem

po pressoché perfetto, con piccola variante tattica: Sansone centravant­i dopo un quarto d’ora, Barrow esterno.

È Kulusevski, buttato dentro a inizio ripresa, a cambiare l’inerzia del match, nel senso che il Parma guadagna metri, il Bologna pensa solo a ripartire. Pericolo Barrow da una parte dopo 50 metri in fuga, piccole avvisaglie dall’altra parte con la porta mai centrata. I cambi di Sinisa arrivano al 72’, solo Palacio entra bene i due scandinavi no: la mediana perde colpi. All’82 Inglese centra la porta e Skrupski risponde. Inizia così il finale dei ducali. Skrupski a farfalle, Mbaye salva sulla linea, poi l’esordio di Rufo Luci e i due gol nel giro di 100 secondi di Kurtic e Inglese con pasticciac­cio di Skorupski e Tomiyasu: harakiri.

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Sinisa Mihajlovic costretto in tribuna assieme a Marco Di Vaio e a Claudio Fenucci
In tribuna Sinisa Mihajlovic costretto in tribuna assieme a Marco Di Vaio e a Claudio Fenucci
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