2 agosto, la P2 e i servizi segreti nel manifesto del quarantennale
I legali e l’inchiesta sui mandanti, dai conti di Gelli i soldi ai neofascisti. «Agirono più gruppi»
«La strage è stata organizzata dalla loggia massonica P2, protetta dai vertici dei servizi segreti italiani, eseguita da terroristi fascisti». Parole dure e dirette, per la prima sono sul manifesto per il quarantennale della strage del 2 Agosto. Ora lo dicono anche i magistrati della Procura generale.
«La strage è stata organizzata dalla loggia massonica P2, protetta dai vertici dei servizi segreti italiani, eseguita da terroristi fascisti». Parole dure e dirette, messe per la prima volta nero su bianco sul manifesto per la commemorazione della strage del 2 Agosto. Perché per la prima volta a quarant’anni di distanza dal più grave eccidio dal dopoguerra, i nomi di mandanti e finanziatori, oltre che di nuovi esecutori materiali, compaiono nelle carte dell’inchiesta che ha portato la Procura generale a chiedere un nuovo processo per quattro persone, tra cui l’ex di Avanguardia nazionale Paolo Bellini.
Il presidente dell’associazione delle vittime Paolo Bolognesi annuncia dal cortile di Villa Torchi il programma delle celebrazioni che farà a meno, a causa della pandemia, del toccante momento del corteo in via Indipendenza. Proprio a Villa Torchi, dove una lapide ricorda i sette bambini uccisi dalla bomba, alla ripresa dell’anno scolastico la scuola elementare sarà intitolata ai fratellini tedeschi Kai ed Eckhardt Mader, morti insieme alla mamma.
Quest’anno la cerimonia si terrà tra il cortile di Palazzo d’Accursio e piazza Maggiore, dove, se ci sarà, parlerà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre dal governo «non abbiamo alcuna notizia» puntualizza Bolognesi. Quindi un corteo di autobus, aperto dallo storico numero 37 che quella mattina portò i feriti in ospedale, accompagnerà i familiari delle vittime in stazione, dove si dovrebbe osservare il minuto di silenzio alle 10.25.
A proposito della nuova inchiesta, l’avvocato dei familiari delle vittime Andrea Speranzoni spiega che «il lavoro della Guardia di Finanza e della Digos ha colmato dei vuoti: si è potuto risalire ai finanziamenti con i quali, attingendo
Cerimonia confermata in piazza Maggiore, i parenti delle vittime in stazione con i bus
Informative del Sismi inquadrano la pista palestinese come un depistaggio preventivo
ai fondi neri del crac del Banco Ambrosiano, Licio Gelli e la P2 hanno organizzato un’azione eversiva che non comprende solo la strage del 2 Agosto, ma iniziò nel 1979». Dalla decodificazione del cosiddetto «documento Bologna», trovato nella tasca di Gelli al momento del suo arresto nel 1982, gli inquirenti hanno ricostruito versamenti iniziati il 16 febbraio del ’79 e terminati il 30 luglio 1980: «l’anticipo» per la strage. I soldi ricominciano a girare, tra conti cifrati svizzeri e fiduciari e prestanome di Gelli per poi, nell’ipotesi dell’accusa, finire agli esecutori materiali, cioè i Nar ma non solo, a partire dal 22 agosto 1980. Più di 5 milioni di dollari serviti a organizzare il culmine di una strategia «a cui, ci dicono le carte — prosegue Speranzoni — è coerente abbiano partecipato non solo i Nar, ma anche elementi di Terza Posizione e Avanguardia nazionale».
Il corposo fascicolo sulla base del quale la Procura generale ha chiesto il nuovo processo è però finora stato svelato solo alle parti. Ci sarebbero anche informative del Sismi che dimostrerebbero come la pista palestinese sia un depistaggio preventivo fatto circolare ancora prima della strage. Agli atti c’è poi quello che la Finanza ha ribattezzato «documento artigli»: un nota «riservatissima» con cui l’ex capo della polizia Vincenzo Parisi informava il ministro dell’Interno di un incontro tra l’avvocato di Gelli e il direttore centrale della polizia di prevenzione Umberto Pierantoni in cui il primo, alla vigilia dell’interrogatorio del capo della P2, avrebbe chiarito che, «sulla base del come gli verranno poste le domande» Gelli, se «lo costringono necessariamente a tirare fuori gli artigli, allora quei pochi che ha li tirerà fuori». Per l’accusa rappresenta la prova del ricatto allo Stato, che lega i flussi di denaro annotati sul documento Bologna alla strage in stazione e al coinvolgimento non solo di Gelli ma anche di pezzi dello Stato italiano.
” Speranzoni Alla strategia eversiva è coerente abbiano partecipato non solo i Nar ma anche Terza Posizione e Avanguardia Nazionale