Zaki resta in carcere, Amnesty: decisione choc
Unibo, Regione e Comune «chiamano» Conte
Altri 45 giorni di detenzione. Di fronte all’ennesima proroga dell’arresto di Patrick Zaki, Bologna e non solo insorgono. «Il nostro governo non può tollerare in silenzio» si indigna, tra gli altri, Elly Schlein.
Resta in carcere Patrick Zaki, figlio adottivo di Bologna e nelle intenzioni del Comune anche futuro cittadino onorario. Altri 45 giorni di detenzione preventiva per lo studente egiziano dell’Alma Mater, rinchiuso dal 7 febbraio in carcere (adesso si trova nell’istituto penitenziario di Tora a sud del Cairo) a causa delle pesanti accuse che gli vengono mosse dal governo del suo Paese: propaganda sovversiva finalizzata all’incitamento alla protesta e all’istigazione a crimini terroristici.
La città, dal Comune all’Università, torna a chiedere a gran voce la sua liberazione e un giusto processo, incalzando anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ad attivarsi con più veemenza nei rapporti diplomatici con l’Egitto. «Una decisione atroce» commenta con preoccupazione Amnesty International Italia insieme al movimento «Patrick Libero». Ma è da settimane in tutta Italia ci sono iniziative per chiedere il rilascio del giovane, tornato a casa per le vacanze e finito in prigionia.
Rischia una pena fino a 25 anni di per dieci post di un account Facebook che la sua difesa considera «falso» e ha già trascorso 159 giorni dentro una cella. Per chi dall’inizio si occupa della vicenda è stato probabilmente il suo attivismo per i diritti umani, per il mondo lgbt e il fatto di essere iscritto al prestigioso master europeo Gemma, dedicato alle differenze di genere, ad averlo fatto finire tra i «sovversivi».
La prima udienza dopo una serie di estenuanti rinvii si è svolta domenica con la partecipazione solo dei suoi avvocati: un cauto ottimismo iniziale spazzato via dalla decisione di prolungare ulteriormente fino a fine agostosettembre la detenzione del 29enne, che proprio in carcere ha festeggiato lo scorso 16 giugno il suo compleanno. Poco meno di due settimane fa con una lettera dal carcere Zaki ha fatto sapere di «stare bene, raccontando di sentire molto la mancanza dei familiari, gli amici e i colleghi dell’università».
Ancora una volta Bologna va in pressing sul governo per avere risposte. «Altri 45 giorni di galera per Patrick Zaki senza processo. Bologna è con te... e il governo italiano?» ha scritto ieri su Twitter l’assessore comunale al Turismo e alla Cultura, Matteo Lepore, taggando il profilo del premier Conte. «Siamo sconfortati — commenta a caldo il prorettore vicario dell’Unibo, Mirko Degli Esposti —. Speravamo in una soluzione positiva. Siamo dispiaciuti ma non ci fermeremo, il rettore Francesco Ubertini continuerà in qualunque occasione a mantenere alta l’attenzione. La nostra di sicuro non calerà
Rischia fino a 25 anni
Rischia fino a 25 anni per 10 post su FB di un account che la sua difesa considera falso
e chiediamo che lo stesso venga fatto da tutte le istituzione».
Per la deputata del Pd, Laura Boldrini, «il caso Zaki e quello Regeni dimostrano che con le autorità egiziane le parole non bastano, dobbiamo fermare la vendita di armi e ritirare il nostro ambasciatore». La vicepresidente della Regione, Elly Schlein, parla di «uno schiaffo ai diritti umani, ma non faremo finire nel dimenticatoio la storia di Patrick». La senatrice del M5S, Michela Montevecchi ora chiede «gesti significativi perché quello che sta succedendo in Egitto lascia sgomenti».
Voce fuori dal coro dal consigliere comunale della Lega, Umberto Bosco: «Come avevo previsto la scelta di interferire nella vicenda giudiziaria tra la magistratura egiziana e un suo cittadino è potenzialmente dannosa per lo stesso Zaki. La scelta di approvare la cittadinanza onoraria non sta aiutando lo studente».
«Rinnoviamo la nostra richiesta di rilasciare Patrick — sottolinea la pagina Facebook Patrick Libero — e porre fine alle sue sofferenze e a quelle della sua famiglia, soprattutto in assenza di giustificazioni per la sua detenzione preventiva. È stato presentato anche una memoria difensiva che spiega le ragioni della richiesta di rilascio di Patrick in attesa di ulteriori indagini».