Corriere di Bologna

«Sono rientrato dal Brasile, ma non ho avuto alcun controllo»

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«Ho preso uno degli ultimi voli prima che l’Italia chiudesse le frontiere per chi arrivava dal Brasile. Il viaggio è stato delirante: in aereo non erano assolutame­nte rispettate le distanze di sicurezza, mi hanno misurato la febbre solo una volta arrivato ad Amsterdam, e a Bologna non mi hanno neanche chiesto l’indirizzo per controllar­e che stessi in quarantena obbligator­ia. Se continuiam­o così, i casi ricomincer­anno a crescere prima di quanto pensiamo». È preoccupat­o Sergio Grossi, bolognese, ricercator­e in Scienze dell’educazione all’università di Padova, 32 anni, che ha raccontato la sua odissea su Facebook. Si trovava in Brasile dai primi di febbraio, per partecipar­e ad alcuni concorsi per cattedre universita­rie e postdottor­ati. Poi il Covid, prima in Italia dove abitano anche i genitori (nel Bolognese), e poi in Brasile. A fine giugno, quando i decessi confermati erano quasi 60 mila e i contagi più di 1 milione 300 mila, ha deciso di rientrare in Italia. «Il 4 luglio ho preso un volo di una compagnia olandese — spiega —. Le condizioni erano pessime: in aereo eravamo tutti ammassati, in Brasile non ci hanno mai provato la febbre». Solo dopo 18 ore di viaggio, durante lo scalo ad Amsterdam, a Sergio hanno misurato per la prima (e ultima) volta la temperatur­a e hanno chiesto i documenti sul suo indirizzo di residenza, ma non i motivi del rientro. A Bologna, poi, nessun controllo: «Non mi hanno chiesto il mio indirizzo di domicilio, non hanno fatto controlli che stessi in quarantena, non mi hanno fatto neanche il tampone. Io ho chiamato più volte la Regione e il numero verde del ministero della Salute, ma mi hanno detto che non mi faranno il test a meno che io non presenti i sintomi. In più, non potendo trascorrer­e le due settimane di isolamento con i miei genitori, ho chiamato la protezione civile per trovare un posto sicuro: mi hanno proposto di andare a Piacenza in un centro dove chi ha preso il covid trascorre la quarantena. Secondo loro io, asmatico, potrei mai accettare condizioni simili?». Oggi Sergio sta trascorren­do la quarantena a casa di un amico che aveva una stanza libera, nella prima periferia di Bologna.

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