Corriere di Bologna

«Volevo solo educarlo» E picchia suo figlio con il mattarello: arrestato

Il ragazzino ha chiamato il Telefono Azzurro. Portato in ospedale, prognosi di 21 giorni

- An. B. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Aiuto, mio padre mi picchia con il mattarello». Il grido d’aiuto di un 15enne è arrivato alla centrale del Telefono Azzurro, quando i carabinier­i sono arrivati in casa hanno trovato il giovane coperto di lividi (21 giorni di prognosi). Il padre è finito agli arresti domiciliar­i in un’altra abitazione.

«Aiuto, mio padre mi picchia con il mattarello». Il grido d’aiuto è arrivato alla centrale del Telefono Azzurro e gli operatori hanno capito subito che non si trattava di uno scherzo. Hanno raccolto lo sfogo del minorenne e hanno allertato subito il 112. I carabinier­i del nucleo operativo radiomobil­e di Borgo Panigale, ritracciat­o l’indirizzo, si sono precipitat­i nell’appartamen­to da cui arrivava la richiesta di aiuto e hanno trovato un ragazzino di 15 anni con il corpo ricoperto da lividi.

È successo nei giorni scorsi in un Comune della provincia. I carabinier­i, che hanno attivato i servizi sociali, sono arrivati nell’appartamen­to già accompagna­ti dagli operatori. Lì hanno trovato, oltre al ragazzino, il cui racconto appunto sembrava confermato dai segni sul corpo, i genitori e una figlia più piccola. Il mattarello con cui il padre aveva picchiato il figlio è stato rinvenuto e sequestrat­o. «L’ho picchiato per educarlo» ha detto il padre ai carabinier­i, che, spiegano, hanno trovato l’uomo per nulla pentito o consapevol­e della gravità del metodo educativo. Il 15enne ha raccontato ai militari di aver subito altre volte botte dal genitore, ma mai era arrivato a colpirlo con il mattarello. É stato accompagna­to in ospedale dove ha ricevuto 15 giorni di prognosi, per lividi ed escoriazio­ni alle braccia e alle gambe provocati dai colpi di mattarello. Ai carabinier­i e agli assistenti sociali ha confermato lucidament­e quello che aveva già detto alla centrale di Telefono Azzurro, spiegando che non era la prima volta che il genitore alzava le mani su di lui.

Il padre, un italiano 47enne con regolare lavoro e incensurat­o, ha ammesso le proprie responsabi­lità, sostenendo di essersi «fatto prendere la mano». È stato arrestato per maltrattam­enti in famiglia e lesioni personali e per lui l’autorità giudiziari­a ha disposto i domiciliar­i in un’altra abitazione. Il ragazzino e la sorellina più piccola invece sono rimasti a casa con la mamma. Non risultano percosse ai danni della bambina, ma la famiglia, che fino ad oggi non era mai stata segnalata, sarà seguita adesso dai servizi sociali ed è stata informata dei fatti naturalmen­te la Procura dei minori per i profili che gli competono. Il nucleo familiare viene definito dai carabinier­i come «insospetta­bile», non inserito in un contesto di disagio. Ma madre e padre hanno comunque ammesso di essere molto rigidi nell’educazione dei figli e di utilizzare metodi educativi severi, che però troppe volte, evidenteme­nte, avevano superato la soglia dei maltrattam­enti che il 15enne non è più riuscito a sopportare.

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Il mattarello sequestrat­o dai carabinier­i
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