Gli artisti riaccendono l’ex Forno del Pane
La performance che fa fumare le ciminiere e il nuovo progetto del Mambo
La nuova vita del Forno del pane è il nuovo progetto del Mambo che ha deciso di ospitare le residenze di dodici artisti bolognesi. E per festeggiare ieri sono ripartite le ciminiere. L’azione, ideata dall’artista Aldo Giannotti, sta a significare che il grande ambiente museale cambia destinazione: da sala di esposizione diventa luogo di produzione d’arte.
Qualche minuto prima delle 14 di ieri le ciminiere del novecentesco Forno del pane, oggi Mambo, hanno ripreso a fumare. L’azione, ideata dall’artista Aldo Giannotti, sta a significare che il grande ambiente museale cambia destinazione: da sala di esposizione diventa luogo di produzione di quell’alimento dello spirito che è l’arte. Lo stanzone del Nuovo forno del pane, infatti, è diviso in tredici grandi atelier, delimitati semplicemente da sottili strisce di scotch giallo: in ognuno di quegli ambienti aperti produrranno liberamente nei prossimi mesi, fino a dicembre, dodici artisti.
Presto se ne aggiungerà uno più giovane, ancora da individuare, e sarà uno studente iscritto o appena laureato all’Accademia di Belle arti.
Il lavoro dei dodici è iniziato da una quindicina di giorni: si vedono già tavoli ingombri, libri per trarre idee, ispirazione, documentazione, schizzi e bozzetti, manufatti in tela, in creta, attrezzi di lavoro, computer...
I dodici sono stati selezionati tra 219 candidature a un avviso pubblico dell’Istituzione Musei. La condizione per partecipare al concorso era quella di essere domiciliati e operare principalmente, come base, a Bologna. E il numero dei partecipanti rivela la ricchezza del panorama creativo della città.Alla presentazione alla stampa del progetto erano presenti il sindaco Virginio Merola, l’assessore alla cultura Matteo Lepore, il presidente dell’Istituzione Musei Roberto Grandi, il direttore di Mambo Lorenzo Balbi. «L’Istituzione Musei ha reagito alla crisi lavorando sulla sezione didattica, sulle collezioni permanenti, riprendendo con buon esito l’attività con la mostra sugli Etruschi e lanciando questa iniziativa, che rivela come tanti scelgano di vivere nella nostra città, per le opportunità creative e produtti
ve che offre» ha notato Grandi. Il sindaco ha ribadito come Bologna sia una città attrattiva e l’assessore Lepore, anche in relazione alle polemiche sul nudo di alcuni manifesti di Cheap affissi in via Indipendenza, ha sottolineato come Bologna debba sempre essere spazio libertà e innovazione.
Dei dodici artisti già sistemati negli atelier, senza muri di divisione in modo tale che la produzione personale si possa alimentare con il confronto con quella degli altri, solo due sono nate in città: Letizia Calori (1986), già vincitrice del prestigioso Premio New York, e Eleonora Luccarini (1993). Gli altri hanno scelto come sede Bologna, provenienti da tutta Italia e dall’estero.
I nomi, in alcuni casi già noti, sono quelli di Ruth Beraha (1986), Paolo Bufalini (1994), Giuseppe De Mattia (1980), Bekhbaatar Enkhtur (1994), proveniente dalla Mongolia, Allison Grimaldi Donahue (1994), statunitense, Rachele Maistrello (1986), Francis Offman (1987), dal Rwanda, Mattia Paje (1991), Vincenzo Simone (1980), Filippo Tappi (1985).
Tutti si cimentano con varie tecniche, da sculture e pittura a lavori misti a incursioni digitali.In fondo al salone del Forno rimane disponibile una stanza per performance e realizzazione di video e contenuti digitali. Ogni artista, grazie a Unicredit, riceve un incentivo di 2mila euro per l’avvio dell’attività di produzione. Il 13esimo sarà finanziato dalla Fondazione Zucchelli. Presto saranno annunciate aperture pubbliche degli atelier e momenti didattici. Nell’ingresso del salone è sistemata Neu Radio, un progetto dell’associazione Humus: trasmetterà contenuti sul progetto e sull’attività di Mambo, con interviste e approfondimenti. Info: www.nuovofornodelpane.it