«Faremo quindicimila tamponi nei settori colpiti dai focolai»
«Pronto ad ascoltare e a lavorare assieme al Sant’Orsola e al Rizzoli» Paolo Bordon, direttore generale dell’Ausl: «Lavorerò per l’integrazione tra professionisti»
«Siamo partiti dall’Interporto per fare i tamponi ai lavoratori della logistica, che sono circa 12.000, e della lavorazione carni, che sono 3.000. In questa fase è fondamentale individuare i focolai, isolarli, tracciare tutti i contatti. Nei prossimi mesi dovremo aspettarcene altri». Parla Paolo Bordon, da tre giorni alla guida dell’Ausl. Ieri a Bologna si è registrato un solo caso positivo in più, e nessun decesso.
La gestione dei focolai (ieri i primi 250 tamponi all’Interporto). L’organizzazione dell’attività per smaltire l’arretrato di visite ed esami. Il piano per rivedere la rete ospedaliera post Covid e per consentire anche al Sant’Orsola di fare i cantieri previsti. E il ricambio generazionale: entro un anno diversi primari andranno in pensione. Paolo Bordon, da tre giorni alla guida dell’Ausl, ha ben chiaro il binario su cui muoversi: ascolto e integrazione.
Partiamo dai focolai Covid che hanno tenuto banco negli ultimi giorni.
«Siamo partiti dall’Interporto per fare i tamponi ai lavoratori della logistica, che sono circa 12.000, e della lavorazione carni, che sono 3.000. In questa fase è fondamentale individuare i focolai, isolarli, tracciare tutti i contatti. Nei prossimi mesi dovremo aspettarcene altri».
Perché la logistica è così colpita dal contagio?
«Mi dicono che molti di questi lavoratori vivono insieme, bisogna guardare alle condizioni di vita extralavorative: un positivo fa presto a contagiare altri. Importante è essere vigili e intervenire rapidamente con tamponi, test sierologici e con le indagini epidemiologiche per circoscrivere i focolai».
L’Ausl deve recuperare le tantissime prestazioni sospese durante l’emergenza. Ce la farete?
«Non sarà facile dobbiamo tenere conto del diritto dei cittadini ad avere le prestazioni ma anche del diritto degli operatori a fare le ferie. Sarei propenso a sfruttare tutte le opportunità che la tecnologia ci offre. I tempi d’attesa preCovid erano eccellenti, lì bisogna tornare».
Ha incontrato i direttori del Sant’Orsola e del Rizzoli. Che idea si è fatto della sanità bolognese?
«In questi primi giorni ho visto che questa è un’azienda di valore, all’altezza della sua fama. Lavorerò collaborando con chi sta qui e con chi sta fuori, sia per rendere operativo il piano estivo, che nel caso della chirurgia vedrà addirittura un aumento di prestazioni rispetto all’anno scorso, sia per il piano da settembre in poi. Sono stati fatti 5 tavoli tematici, interaziendali. C’è una bella predisposizione a lavorare insieme: vorrei facilitarlo. Ho scoperto anche che molte figure apicali andranno in quiescenza, da qui a un anno molte figure di riferimento andranno via: sostituirle con persone di valore sarà impegnativo».
Ha già scelto i direttori sanitario e amministrativo?
«Mi prendo due mesi di tempo, per decidere bisogna conoscere, ma a settembre la squadra sarà fatta».
Integrazione è un po’ la parole d’ordine della sanità bolognese, la chiedono anche i professionisti.
«È così. Il Covid ha insegnato che da soli non andiamo da nessuna parte. Lavoreremo il più possibile insieme, integrandoci. Il ricambio generazionale che ho davanti può diventare una grande occasione per abbattere i confini».
” Diverse figure apicali andranno in pensione, sostituirle sarà impegnativo