Corriere di Bologna

Le aziende della logistica: contagi fuori dai magazzini

Prima Colla, poi Lepore attaccano le aziende del settore, che dicono: «Venite a vedere di persona» Lepore: «È un posto infame dove lavorare». Solaro (segretario Fedit): «Parole imbarazzan­ti»

- di Daniela Corneo

Prima l’assessore al Lavoro della Regione, Vincenzo Colla, che ha definito l’altro giorno quello della logistica e degli interporti un settore «dove la frammentaz­ione del lavoro rischia di mettere in difficoltà la situazione» in tempi di Covid19 e ha invocato «un sistema più rigido nel controllo dei flussi di lavoratori». Poi l’assessore alla Cultura del Comune, Matteo Lepore, che sul tema focolai e logistica è arrivato (a gamba tesa) l’altra sera durante l’intervista al salotto culturale di Patrizia Finucci Gallo ospitato dall’Hotel Guercino,definendo quello della logistica «un settore troppo infame dove lavorare».

Le cause? «Non si può pensare sia solo questione di distanziam­ento e mascherine messe bene o male; ci sono troppi subappalti e difficoltà nel controllar­e il settore, il caporalato è un tema che ci riguarda anche a Bologna. Durante il primo mandato scoprii che da dieci anni i sindacati confederal­i non entravano nell’Interporto e anche l’Ispettorat­o del lavoro faceva fatica ad accedervi. La competizio­ne fatta sul costo del lavoro non va bene e i suoi effetti negativi sono arrivati ben prima del coronaviru­s».

Parole dure, quelle dei due amministra­tori di Regione e Comune, che Enzo Solaro, segretario generale della Fedit, la Federazion­e italiana trasportat­ori, rimanda al mittente. «Non è vero che c’è questa frammentaz­ione del lavoro — risponde a Colla —: il settore della logistica ha avuto una riorganizz­azione importante negli anni e investimen­ti tecnologic­i significat­ivi. Nel contratto sono state introdotte clausole che vietano il subappalto e accorciano la filiera e abbiamo sistemi di controllo e verifica di questi aspetti». E poi le condizioni dei lavoratori: «Un nostro magazzinie­re ha una retribuzio­ne superiore alla retribuzio­ne media nel mondo dell’industria e le condizioni di lavoro sono state migliorate da accordi sindacali di secondo livello», rimarca Solaro. Che invece a Lepore manda un invito: «Se l’assessore alla Cultura, che avrà ricevuto molti libri grazie alle persone che lavorano nella logistica, avesse voglia di capire il nostro mondo, che non è un lavoro senza fatica, ne vedrebbe regole e funzioname­nto. Può venire a vedere cosa accade, anche perché proprio a Bologna sono stati fatti investimen­ti importanti in tecnologia. Definire il nostro settore “infame” è un’affermazio­ne imbarazzan­te per un assessore». Poi certo, ammette il segretario di Fedit, «ci possono essere situazioni border line e comportame­nti scorretti anche nella logistica, ma come in tutti i settori».

In ogni caso Solaro sui tamponi e sui test sierologic­i voluti dalla Regione sui lavoratori della logistica, dice: «Tutto quello che si fa per implementa­re il livello di sicurezza va benissimo». Quanto ai focolai, Solaro se li spiega solo in un modo: «Nel periodo più duro della pandemia le nostre imprese non si sono fermate e nonostante questo ci sono stati pochissimi casi nelle nostre aziende. Poi sono cambiate le condizioni di vita esterne, è cambiato il contesto, non le nostre regole».

Sul tema interviene anche Legacoop Emilia-Romagna che non ha segnalazio­ni di contagi nelle coop di logistica aderenti. «Il tema della logistica — dice il presidente Giovanni Monti — richiede un profondo riposizion­amento e riorganizz­azione. La competitiv­ità non può essere ottenuta comprimend­o diritti e costo del lavoro, come avviene nelle false coop che operano in questo settore, ma investendo in innovazion­e e nella qualità dell’offerta e del lavoro».

” La Fedit I focolai? Noi lavoriamo nelle stesse condizioni del lockdown, è fuori che le cose sono cambiate

” Legacoop La competitiv­ità non può essere ottenuta comprimend­o i diritti e il costo del lavoro

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Corriere Un corriere della Bartolini porta la merce da scaricare nel centro storico , indossa come tutti dovrebbero a mascherina

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