Corriere di Bologna

L’opera trasloca al PalaDozza Il Comunale va al «Madison»

Tutti gli spettacoli in piazza Azzarita (almeno fino a fine anno) per mille spettatori Macciardi: «Positive le prime prove ma bisogna verificare acustica e posizione del pubblico»

- di Marco Madonia © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il Comunale va al PalaDozza. Complice il trasloco della Fortitudo a Casalecchi­o, l’insediamen­to in pianta stabile della Virtus in Fiera e, sopratutto, il distanziam­ento sociale imposto dalla pandemia, per la prima volta nella sua storia il teatro di Largo Respighi va in affitto in un altro teatro, quello della pallacanes­tro. «La prossima stagione non giocherà il basket perché le società hanno deciso di andare altrove e quindi lì si svolgerà la stagione del Teatro comunale, sia per quanto riguarda l’opera che la sinfonica», ha annunciato l’assessore comunale alla Cultura, Matteo Lepore. Ieri mattina infatti sul parquet di piazza Azzarita si sono anche svolte alcune prove. «Sono già iniziati alcuni trasferime­nti, ed è un fatto molto importante per il nostro teatro perché lì potranno esserci più spettatori e i bilavorand­o

Le prove

Impianto e sedute dell’Orches -tra del Comunale durante le prove sul parquet del PalaDozza di piazza Azzarita

glietti e il pubblico sono fondamenta­li per quella realtà», ha spiegato.

D’altronde, ha aggiunto Lepore, «tutti i bolognesi chiamano il palazzo dello sport anche il Madison di piazza Azzarita, per il basket. Ma al Madison di New York si fa anche l’opera quindi se vogliamo anche noi abbiamo il nostro Madison». Più prudente il sovrintend­ente di Largo Respighi, Fulvio Macciardi: «Stiamo verificand­o le compatibil­ità logistiche e acustiche per un positivo utilizzo dell’impianto quale sede per i nostri spettacoli — ha affermato —. Uno spazio di tali dimensioni consentire­bbe di poter superare le restrizion­i dovute principalm­ente al distanziam­ento, e permettere­bbe una piena ripresa delle attività dopo la pausa estiva». Dopo la pausa causata dall’emergenza sanitaria, il 25 giugno, il Comunale ha riaperto la sua settecente­sca Sala di Antonio Bibiena con una stagione concertist­ica di 14 appuntamen­ti per un massimo di 200 spettatori. Un pannicello caldo. La soluzione del PalaDozza consentire­bbe di portare il pubblico fino a quota mille. Una boccata d’ossigeno per i conti del Teatro. L’idea sarebbe di partire a metà settembre e utilizzare il primo mese per recuperare parte della programmaz­ione cancellata durante il lockdown. Poi da metà ottobre fino a fine anno si seguirebbe la programmaz­ione già annunciata dal Teatro e poi stravolta dal virus. Chiaro che l’impianto della pallacanes­tro ha bisogno di una serie di interventi, a partire dalla creazione di una camera acustica. «Stiamo in maniera convinta a questa idea — continua Macciardi — per noi salvare anche solo il 40% della programmaz­ione sarebbe clamoroso. Ma prima dobbiamo verificare l’acustica e altre questioni come, per esempio, la collocazio­ne del pubblico per poter garantire ai nostri spettatori un livello adeguato. Devo dire, però, che le prime prove hanno dato un buon risultato».

In Emilia la lirica nei palazzi dello sport non è una novita assoluta. Ravenna Festival, per esempio, da tempo fa esibire le grandi orchestre al Pala de Andrè. Per il PalaDozza, invece, il passaggio dai cori della Fossa dei Leoni della Fortitudo ai cori della lirica sarà tutt’altro che semplice. «Ma noi siamo già al lavoro per la miglior riuscita dei concerti», assicura Giovanni Trombetti, il neo presidente di Bologna Welcome che gestisce l’impianto.

L’assessore Lepore

«I bolognesi da sempre lo chiamano Madison e anche in quello di New York si fa l’opera»

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