Il nostro ambasciatore
Accorsi sarà il testimonial dell’offerta culturale della regione. I percorsi dedicati a Guareschi, Pasolini, Fellini e Bertolucci
Se la cultura e la bellezza ci salveranno, è certo che ieri il volto bello appena pennellato dal primo sole estivo di Stefano Accorsi lasciava sperare bene. L’attore bolognese da qui ai prossimi tre anni sarà l’ambasciatore della Regione Emilia-Romagna per la sua offerta artistica e culturale del post Covid. Tradotto: sarà il testimonial di 10 città d’arte, quasi 100 teatri storici, oltre 500 teatri e di un laboratorio di restauro prestigioso come «L’immagine ritrovata» della Cineteca di Bologna. Nonché di 4 itinerari dedicati ai grandi Maestri del nostro cinema. Sorridente, rilassato nel suo completo blu, aveva l’aria di chi si sentiva a casa, nella presentazione del progetto «Città d’Arte e Cineturismo».
«Non è scontato — esordisce — un progetto di questo tipo. In una logica di comunicazione di solito prevale la trovata, ma sono convinto che la progettualità paghi nel tempo, a patto che nasca da qualcosa di autentico».
Accorsi ha raccontato la sua terra in diversi film. Cita Provincia Meccanica, Jack Frusciante è uscito dal gruppo, Radiofreccia, Made in Italy. «Quando attingi dalle tue radici è diverso». Aneddoto per capire: «Stavamo preparando Veloce come il vento con Matteo Rovere e il copione conteneva un’imprecazione di cinque lettere abbastanza volgare con due “zeta” in mezzo, per essere espliciti. Al primo giorno di riprese, mi esce un “Vacca boia” nel profondo del cuore. Lo abbiamo sostituito. Sembra un’ovvietà ma non lo è». Non lo è come portare il cinema contemporaneo qui —e possibili progetti futuri come l’idea di una pellicola sulle città d’arte del territorio, su cui si sta ragionando con la Film Commission — e al tempo stesso ripercorrere il cinema che l’ha fatta conoscere nel mondo. Per questo sono stati individuati quattro diversi itinerari: «Le Terre