Ultimatum del governo alla Carisbo
Il Tesoro minaccia il commissariamento se continuerà la situazione di stallo
Alla Fondazione Carisbo è arrivato l’ultimatum del ministero dell’Economia. Se lo stallo sulle nomine andrà avanti il governo «dovrà prendere atto dell’incapacità dell’ente di assicurare il regolare andamento dell’attività» e quindi prendere i provvedimenti previsti dalla legge. Uno scenario che, nello scenario peggiore, potrebbe anche portare al commissariamento di Palazzo Saraceni.
Alla Fondazione Carisbo è arrivato l’ultimatum del ministero dell’Economia. Se lo stallo sulle nomine andrà avanti il governo «dovrà prendere atto dell’incapacità dell’ente di assicurare il regolare andamento dell’attività» e quindi prendere i provvedimenti previsti dalla legge. Un caos senza soluzione di continuità che, nello scenario peggiore, potrebbe anche portare al commissariamento di Palazzo Saraceni. Un’eventualità che, almeno a parole, tutti vogliono scongiurare.
Ora lo sguardo è rivolto al 24 luglio quando è in programma l’assemblea dei soci che dovrebbe eleggere i 10 componenti del nuovo Collegio d’indirizzo, l’organo chiave di Palazzo Saraceni che indica consiglio e presidente, approva il bilancio e sceglie i settore cui destinare le erogazioni. Il voto della settimana prossima dovrebbe concludere la lunga traversata nel deserto cominciata il 14 maggio quando i soci «autoconvocati» elessero i loro dieci nomi. Un voto boicottato dal presidente Carlo Monti e bocciato anche dal ministero. Ora, come da intesa trovata tra i due schieramenti, l’elezione si deve ripetere. Nel caso di un ulteriore stallo, lo scenario sarebbe devastante. L’avvertimento è arrivato direttamente dall’Autorità di vigilanza.
«La vicende accadute hanno portato in evidenza problemi di funzionamento e di stallo decisionale in alcuni importanti adempimenti»,
” Senza una collaborazione attiva tra organi, il ministero dovrà prendere atto dell’incapacità dell’ente di assicurare il regolare andamento dell’attività applicando i conseguenti provvedimenti
accusa il dicastero di via XX Settembre. Il ministero, «in mancanza di una collaborazione attiva tra gli organi che consenta di adottare un modus operandi atto a superare l’arresto delle procedure per addivenire alla nomina del nuovo Consiglio generale (il Collegio d’indirizzo, ndr) dovrà prendere atto dell’incapacità dell’ente di assicurare il regolare andamento della propria attività applicando i conseguenti provvedimenti ai sensi di legge e statuto», recita la lettera inviata a Monti, al presidente dell’assemblea, Daniele Furlanetto, e a tutti i soci.
Dopo al lunga fase delle guerriglia tra i due schieramenti, la Vigilanza «si sta facendo carico di un tentativo di ricomposizione delle varie posizioni discordarti nell’esclusivo interesse della Fondazione e con una posizione assolutamente super partes».
Nei giorni scorsi, infatti, c’era stata la call tra alcuni tecnici del ministero, Monti e Furlanetto. Un summit per provare a uscire dallo stallo. Il fatto che il video incontro sia poi finito sui giornali non è stato molto gradito. L’Autorità di vigilanza «deve comunque prendere atto di comportamenti, messi in atto da terzi ignoti, che oltre a danneggiare l’immagine stessa della Fondazione potrebbero ledere lo stesso ministero e il principio di riservatezza a cui deve essere improntato ogni rapporto con gli enti vigilati». Nella lunga lista delle doglianze all’indirizzo di Casa Saraceni finisce anche il documento «modificato» del ministero dell’Economia inviato a tutti soci che adesso rischia di finire in tribunale. Il caso era scoppiato nelle scorse settimane con Furlanetto che aveva accusato un socio che è componente del Collegio. Il ministero dopo aver stigmatizzato la vicenda «fa riserva di ulteriori opportune valutazioni anche con eventuale tutela in sede giurisdizionale».
Un episodio, continua la lunga lettera, che «rappresenta solo una parte delle criticità di cui questo dicastero sta prendendo atto negli sviluppi difficili e complessi delle vicende che attengono alla Fondazione». Un passaggio anche sulla richiesta del sindaco, Virginio Merola che nelle scorse settimane aveva chiesto l’intervento del ministero in merito ad alcune presunte irregolarità.
Nelle scorse settimane, l’Autorità di vigilanza aveva chiesto a Monti, ai revisori e al cda «di fornire le proprie valutazioni supportate da adeguata documentazione che attesti il pieno e regolare rispetto delle norme sui mandati con particolare attenzione anche al rispetto delle disposizioni in materia di incompatibilità». Una richiesta evidentemente caduta nel vuoto, visto che il ministero è ancora in attesa di quelle valutazioni.