Paura e quarantena obbligatoria Badanti senza lavoro. E anziani soli
«Ultimamente è difficile trovare colf e badanti, stanno arrivando molte richieste, ma non riusciamo a soddisfarle tutte». A lanciare l’allarme è Filippo Diaco, presidente delle Acli di Bologna che fa un bilancio su un settore molto colpito dall’emergenza.
«A gennaio e febbraio molti collaboratori domestici si sono licenziati o si sono messi in aspettativa — racconta Diaco — in parte perché alcuni hanno preferito tornare nei Paesi d’origine, in parte perché le famiglie presso cui si trovavano temevano il reciproco contagio e hanno optato per la cessazione del rapporto di lavoro. Ora il problema è che ci arrivano le richieste, ma fatichiamo a stare dietro alle banche dati. Facciamo più di 3mila contratti all’anno, ma in questo momento siamo in difficoltà nel reperire badanti e colf». Molti di questi lavoratori si sono trovati a spasso durante il lockdown e, non avendo un appoggio in città, hanno lasciato l’Italia. Ora che le frontiere si sono riaperte, però, per chi arriva da nazioni extra Ue ed extra Schengen, l’obbligo di rispettare l’isolamento fiduciario di 14 giorni si è trasformato in un incubo. Nella maggior parte dei casi, infatti, il domicilio privato e il luogo di lavoro coincidono e i costi di una sistemazione temporanea dove trascorrere la quarantena fanno da deterrente.
«Molte persone ci hanno lasciato il curriculum, hanno fatto il colloquio con lo sportello di intermediazione del nostro patronato, ma quando le contattiamo spesso sono fuori dall’Italia e ci rispondono che non possono accettare il lavoro per la quarantena. Molti anziani del resto hanno paura del contagio e quindi chiedono alla persona di entrare nella propria abitazione solo dopo aver fatto i test o quantomeno dopo aver rispettato l’isolamento fiduciario, ma per questa categoria non sono previsti alloggi temporanei e non tutte le famiglie possono permettersi di sostenere questa spesa al posto loro». «La paura certamente incide, ma non è l’unico fattore che ha portato molte famiglie ad arrangiarsi da sole — aggiunge Diaco alludendo a coloro che hanno perso il lavoro e non possono più permettersi ulteriori spese —. L’invito che rivolgo alla politica è di prevedere tamponi e sierologici anche per queste lavoratrici quotidianamente a contatto con gli anziani. La prevenzione è importante anche per loro stesse perché gran parte ha tra i 50 e i 60 anni, quindi sono a loro volta soggetti a rischio».