Corriere di Bologna

Canzone d’amore per Ustica

Domani performanc­e di musica e danza con Simona Bertozzi davanti al Museo per la memoria La voce dell’attrice Angela Baraldi

- di Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Che colore emotivo ha lo strazio che irrompe improvviso nelle vite quotidiane? Con una morte incomprens­ibile, che rimane troppo a lungo senza giustizia? Sono 40 anni che il Dc-9 dell’Itavia partito da Bologna per Palermo esplose, colpito da un missile, nei cieli di Ustica. Sono 40 anni che i familiari delle vittime aspettano una verità e una giustizia che tarda ad arrivare. Da quel 27 giugno 1980, tempo d’estate esattament­e come oggi, di vacanze, l’Associazio­ne parenti delle vittime si ostina tutti gli anni, giustament­e, a ricordare. Sappiamo molto, ma non tutto di quella tragedia. Possiamo raccoglier­ci davanti ai miseri resti dell’aereo precipitat­o in mare nell’installazi­one di Christian Boltanski al Museo per la memoria di Ustica.

Ogni estate, nei dintorni dell’anniversar­io, quei fatti vengono ricordati anche con una rassegna artistica. Domani si potrà vedere uno spettacolo che accende il ricordo non con le parole, in modo diretto, ma evocando sentimenti, atmosfere, e provando a strappare, come un taglio di Lucio Fontana, la superficie della tela. Domani alle 21.15 sarà danzata e cantata, di fronte al Museo per la memoria di Ustica, «A Love Song», una canzone d’amore ideata nella sua parte coreografi­ca da Simona Bertozzi, con la collaboraz­ione di Marcello Briguglio, danzata dall’artista romagnola, ormai bolognese di adozione, con Daniele Albanese. Le musiche sono affidate alle rielaboraz­ioni della compositri­ce elettronic­a Daniela Cattivelli e saranno eseguite dalla voce velata e profonda di Angela Baraldi, cantante con Lucio Dalla, attrice con Andrea Adriatico, protagonis­ta del film Quo vadis, baby di Gabriele Salvatores, dal romanzo di Grazia Verasani.

Perché una canzone d’amore, ce lo spiega Bertozzi: «È una canzone di sentimento grande. Quando mi hanno proposto di fare uno spettacolo per l’anniversar­io, ho pensato che i 40 anni sono la maturità, e qui siamo di fronte a una maturità, una verità, mai arrivata. Ci è sembrato importante tornare a quel 1980, a quello che succedeva intorno. Era estate, con la gente che iniziava ad andare in vacanza. Abbiamo indagato sulle canzoni di quel periodo, sui suoni che sentivi dalle finestre aperte. Abbiamo scelto di appoggiarc­i alla leggerezza della brezza estiva e di inabissarc­i nella caduta, nello strappo della morte e della verità ancora non raggiunta». È iniziata allora una ricerca di motivi di quel 1980: «Ho pensato che l’unica che poteva dare voce a quelle canzoni, a quelle atmosfere, era Angela, l’unica bolognese doc del gruppo, che allora era adolescent­e. Io avevo 10 anni, vivevo a Lugo… Sentivo parlare i miei genitori, ma non mi rendevo conto». Nello spettacolo la danza, con le sue energie e le sue astrazioni, rappresent­a lo strappo, il taglio, la frantumazi­one, la caduta: «Per questo impegno ho voluto al mio fianco Daniele Albanese, che oltre a essere un interprete stupendo è un autore. Le canzoni che abbiamo trovato, rappresent­anti la quotidiani­tà, sono state rielaborat­e, smarginate dai suoni elettronic­i di Daniela Cattivelli: devono suscitare nostalgia ma anche suonare contempora­nee». Il lavoro è costruito per avvicendam­enti: «Non c’è fusione, ma coabitazio­ne, compresenz­e che emergono come frammenti, come quelli del Dc-9 ripescati dal mare e ricomposti, con qualche valigia e con resti delle povere cose dei viaggiator­i, nell’installazi­one di Boltanski. Sono pezzi staccati rivolti alla città, per l’accoglienz­a della tragedia. La danza diventa elemento dissonante in un paesaggio sonoro evocativo».

Angela Baraldi ha già collaborat­o con Simona Bertozzi nel 2017 in un lavoro sul palco del Duse ideato da Fabrizio Favale. Dolcemente, si nega: «Non rivelerò i titoli delle canzoni anni ’80 che ricordiamo. Lascio un elemento di sorpresa. Amo lavorare con Simona: per lei mi ridurrei a oggetto, c’è osmosi. Quella strage mi tocca da vicino. Allora avevo 16 anni, sul momento si disse che l’aereo era esploso in volo, era stata una disgrazia, e forse non vissi quella tragedia come la strage della stazione dell’agosto successivo. Dopo ne ho capito la portata. E cercherò di essere presente con tutta la memoria di allora, portando la mia voce in accordo e contrasto con la musica astratta di Daniela. Sarà come la pop art che si scontra con Turner, l’arte mediatica di Andy Warhol contro i contorni sfumati del pittore inglese».

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Performanc­e Lo spettacolo «A Love Song» è ideato per la parte coreografi­ca da Simona Bertozzi e danzato dall’artista romagnola e bolognese d’adozione
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Da sinistra: Daniela Cattivelli, Angela Baraldi, Daniele Albanese e Simona Bertozzi
In scena Da sinistra: Daniela Cattivelli, Angela Baraldi, Daniele Albanese e Simona Bertozzi

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