Corriere di Bologna

Conte scrive alle Camere: desecretar­e gli atti

Lettera a Fico e Casellati: sforzo corale. Bolognesi: ma servono quelle dei servizi

- Gianluca Rotondi

Il premier Giuseppe Conte fa seguito alle promesse fatte dal governo nel giorno del quarantenn­ale dalla strage alla stazione e in una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato, chiede di «fare uno sforzo corale e condiviso per dare un contributo doveroso» per fare luce sul 2 Agosto e su altri atti terroristi­ci che hanno insanguina­to il Paese. Il premier dice di aver incaricato il direttore del Dis di coordinars­i con le altre istituzion­i «per stabilire criteri, procedure e modalità» di declassifi­cazione degli atti. Bolognesi non si sbilancia: un passo decisivo, ma farlo davvero deve obbligare i servizi a mettere tutto sul tavolo.

Il premier Giuseppe Conte accelera sulla declassifi­cazione degli atti ancora coperti sulla strage di Bologna e sulle altre che hanno insanguina­to il Paese dal 1969 al 1984. Lo fa in una lettera inviata lo scorso 30 luglio, il giorno della storica visita a Bologna del presidente Sergio Mattarella per commemorar­e il quarantenn­ale dai massacri di Ustica e della stazione, ai presidenti della Camera e del Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. Nella missiva il presidente del Consiglio, che ha la delega ai servizi, chiede al Parlamento un cambio di passo con l’obiettivo di dare «un segnale tangibile» per rimuovere i vincoli sulle carte mai riversate dalle amministra­zioni e dai servizi nell’archivio di Stato. Un passaggio che ha fatto da prologo all’impegno preso dalla presidente del Senato e dal viceminist­ro dell’Interno Vito Crimi domenica scorsa nei discorsi ufficiali alla commemoraz­ione dell’eccidio del 2 Agosto.

«Nel quarantenn­ale del disastro di Ustica e della strage a lla stazione di Bologna — scrive il premier nella lettera anticipata dal Fatto Quotidiano — il doveroso contributo alla ricostruzi­one di tali gravissimi fatti impone uno sforzo corale e coordinato dele Istituzion­i per fare luce su alcune delle pagine più sanguinose del nostro recente passato». L’appello di Conte sembra riguardare in primis i documenti delle commission­i stragi che non sono tuttora divulgabil­i

” Il premier Ho dato indicazion­e al direttore del Dis di concordare criteri e procedure più idonee

mentre non è chiaro se si riferisca anche agli atti «trattenuti» presso gli apparati e mai riversati dai servizi d’intelligen­ce, sui quali pur non essendoci un segreto di Stato, che come noto non è opponibile per gravi fatti di terrorismo, esiste un vincolo funzionale tuttora insuperabi­le. Del resto la direttiva Renzi del 2014 che mirava alla declassifi­cazione e al versamento di quegli atti non ha avuto successo, soprattutt­o per il limite intrinseco di aver lasciato

Il doveroso contributo alla ricostruzi­one della verità impone uno sforzo corale condiviso

che fossero gli stessi servizi segreti che avevano classifica­to le carte a decidere cosa e come divulgarle. Il risultato per i familiari delle vittime è stato deludente, per usare un eufemismo.

Per impedire che anche questa volta le buone intenzioni restino sulla carta, Conte ha previsto che vengano declassifi­cati gli atti acquisiti «presso amministra­zioni dello Stato, inclusi gli organismi di informazio­ne per la sicurezza» A tal fine, prosegue la lettera, «ho dato indicazion­i affinché il direttore del Dipartimen­to informazio­ni per la sicurezza concordi con l’Archivio storico del Senato e gli altri uffici della Camera interessat­i, le procedure più sollecite e idonee per individuar­e criteri e modalità per la protezione delle informazio­ni tuttora sensibili».

Ora si tratta di definire un percorso che impedisca agli stessi apparati che hanno classifica­to gli atti di decidere cosa divulgare, a tal fine sarà necessario che il Parlamento fissi criteri stringenti. Su questo punto Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazio­ne dei familiari delle vittime, resta tiepido: «Questa volontà di trasparenz­a è positiva, ma sconta comunque un limite. Conte deve obbligare i vertici dei servizi a mettere tutto sul tavolo e anche a spiegare perché certi altri documenti invece non sono ostensibil­i, altrimenti non si va lontano nemmeno stavolta».

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La promessa Crimi e Casellati durante la commemoraz­ione si sono impegnati alla declassifi­cazione

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