«I finanziamenti servano a creare nuovo mercato»
Il presidente di Confindustria Ceramica e il «soccorso» all’autonomia: «Le aziende hanno bisogno ora perché ora subiscono il colpo del lockdown»
Savorani: «Ma spartirli fra Regioni e Comuni non è un’idea sbagliata»
Utilizzare, almeno in parte, le risorse del Recovery fund per finanziare l’autonomia regionale «è un’idea non così campata in aria». «È chiaro però — precisa subito Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica —, che oggi i finanziamenti vanno indirizzati alla creazione di mercato. Le aziende hanno bisogno subito, perché adesso subiscono gli effetti del lockdown. A questo la politica deve pensare. C’è un capitale enorme a disposizione, pari al valore di quattro Finanziarie: con quei soldi si rifà l’Italia». Ha le idee chiare, il più alto rappresentante del comparto piastrelle e ceramiche che fattura 6,5 miliardi l’anno e dà lavoro ad oltre 27 mila addetti. Un settore che ha subito, come quasi tutti, gli effetti dell’emergenza Covid.
In Italia arriverà una pioggia di miliardi, quasi 209, dall’Europa, su cui tanti hanno messo gli occhi. Il ministro Boccia, con il sostegno delle Regioni, propone di usarli per finanziare i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, e dare così un’accelerata all’autonomia regionale. Cosa ne pensa?
«L’idea che ci sia una suddivisione di queste risorse che parta dal governo per arrivare alle Regioni e in parte ai Comuni non la trovo così campata in aria. È chiaro che oggi i finanziamenti vanno indirizzati alla creazione di mercato».
A cosa pensa?
«Soprattutto all’edilizia, pubblica e privata. L’Italia deve risolvere problemi di infrastrutture, scuole, ospedali, asili e deve ridisegnare una smart city diversa da quella di oggi, demolendo tutto ciò che va demolito».
Ad esempio?
«Penso per esempio alle case popolari di Ina Casa che non hanno più senso. Nel pianificare l’uso di queste risorse Governo e Regioni devono pensare anche a risolvere problemi sociali, non solo a rimettere in moto l’economia. La popolazione è invecchiata e ci sono tanti anziani bloccati in case non adatte ai loro problemi di deambulazione. Con quella disponibilità finanziaria si può lavorare sulle città grandi e piccole, e sulla cura del territorio per fare in modo ad esempio che si riducano i rischi di esondazioni».
Sono anche i contenuti del nuovo Patto per il lavoro e il clima illustrato ieri dal presidente Bonaccini. Cosa ne pensa?
«Ho un mio punto di vista chiaro. Oggi avere una contrapposizione tra mondo sindacale e imprese non ha molto senso, oggi tutti dobbiamo salvare il lavoro. Quindi bisogna sedersi attorno a un tavolo e vedere quali settori si possono sviluppare e quali no. E ce ne saranno alcuni che non avranno più mercato».
Quali?
«Non lo so. So che bisogna mettere a posto l’edilizia, pubblica e privata: da un lato si crea lavoro e dall’altro si migliora la qualità della vita».
Che autunno si aspetta?
«Mi fa paura. Non so cosa succederà con l’epidemia, anche se confido che sia i cittadini che il sistema sanitario siano molto più consapevoli e attrezzati e non ci sarà più bisogno di lockdown».
E per il settore ceramico?
«Credo che i materiali ceramici, intesi sia come sanitari che come rivestimenti, entreranno in una fase positiva. Andremo a rivestire superfici che prima non rivestivamo. Come azienda, ad esempio, abbiamo certificato molti nostri prodotti sotto il profilo della resistenza ai prodotti chimici per la sanificazione».
” L’edilizia Occorre risolvere i problemi di ospedali, asili, scuole e altre infrastrutture vecchie