«Con il sì l’Italia si modernizza» Piccinini, M5S: «Primo passo di una riforma»
«A contrastare il taglio dei parlamentari sono soprattutto i gattopardi da salotto. La rappresentatività non sarà intaccata perché questo referendum è il primo passo verso una riforma più ampia».
La consigliera regionale del M5S, Silvia Piccinini, sposa la linea indicata dal Movimento, la forza politica che spinge di più per il passaggio da 630 a 400 eletti alla Camera dei deputati e da 315 a 200 senatori.
Perché Sì?
«È una riforma che serve per stare al passo con i tempi. Quando è stato deciso il numero dei parlamentari non c’erano i consigli regionali e gli eurodeputati: il contesto è completamente cambiato. Ci allineiamo alle moderne democrazie europee. Aspettiamo da anni questo provvedimento votato da tutte le forze politiche ma che solo il Movimento ha avuto la forza e il coraggio di portare fino in fondo».
Sul taglio piovono molte critiche. Dalla rappresentanza dei territori al lavoro delle Camere più difficoltoso.
«Non condivido le critiche. Ma è chiaro che si tratta di una riforma che aprirà la strada a cambiamenti complessivi del sistema, come la modifica della legge elettorale. Chi parla della rappresentatività dimentica la stortura delle multi-candidature, con eletti per nulla collegati a un determinato territorio. Un punto fondamentale sul quale bisognerà riflettere è la reintroduzione delle preferenze».
Per molti osservatori accreditati il risparmio sui costi della politica saranno irrisori. E tanti puntano il dito contro i compensi e non il numero dei parlamentari.
«Questa critica viene mossa a noi che per primi, a ogni livello, ci siamo ridotti gli stipendi. Ma sono d’accordo su un punto: dal giorno dopo lavoriamo anche al taglio dei compensi. Ripeto: domenica (domani, ndr) e lunedì facciamo il primo passo di una strada più lunga».
Teme conseguenza del voto sul governo?
«Il referendum non è contro altre forze politiche, ma se passerà rafforzerà l’attuale maggioranza. Il voto amministrativo nelle regioni invece va contestualizzato nei vari territori e non in ambito nazionale».
Alle Regionali non c’è stata una linea unica sulle alleanze tra Pd e M5S. Spera che avverrà l’anno prossimo alle amministrative, anche a Bologna?
«Mi aspetto un percorso partecipato insieme a i territori perché le alleanze a tavolino o dall’alto non funzionano. Sarà un buon segnale il poter iniziare un confronto sui temi, ma bisogna farlo adesso».