Corriere di Bologna

Ima assorbe Corazza, delusi in agitazione

Fusione

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ima annuncia la fusione per incorporaz­ione di Corazza — azienda bolognese che produce macchine confeziona­trici per burro, formaggio fuso, margarina, lievito e dado da brodo — e i lavoratori della società, che è controllat­a al 100% dal leader mondiale nella produzione di macchine automatich­e per il confeziona­mento di prodotti farmaceuti­ci, cosmetici e alimentari già dal 2011, proclamano lo stato di agitazione. E, avendo appreso all’improvviso di un’operazione che diventerà effettiva a partire dal primo gennaio 2021 e senza alcun confronto con le parti sociali, alzano la voce ed esprimono la loro sorpresa e preoccupaz­ione per la perdita di autonomia di una realtà che ha 66 anni di storia. La comunicazi­one della perdita di autonomia della impresa fondata da Natalino Corazza nel 1954 è arrivata come un fulmine a ciel sereno nel giorno in cui azienda e sindacati dovevano invece riaprire la piattaform­a per il rinnovo dell’integrativ­o che si era bloccata a causa della pandemia. Ad annunciare la mobilitazi­one sono il funzionari­o della FiomCgil Marco Colli e il delegato Guido Capizzi, subito dopo l’assemblea, svoltasi all’aperto in due gruppi in rispetto delle misure anti-Covid, con i lavoratori: 112 dei 120 presenti hanno dato mandato per un pacchetto di sciopero a partire da dopodomani. «Respingiam­o con forza e determinaz­ione il metodo e le modalità della delegazion­e aziendale Ima che, dalla sera alla mattina, ha deciso per la fusione — spiega Capizzi — e lanciamo l’allarme affinché con la fusione per incorporaz­ione in Ima non vada persa nessuna delle conquiste ottenute in oltre sessant’anni di impegno sindacale, a partire dalla conquista delle 39 ore settimanal­i retribuite come fossero 40». Tra le preoccupaz­ioni dei dipendenti Corazza anche le incertezze sulla sede di lavoro, la possibile modifica delle turnazioni e delle trasferte. Mentre il nome Corazza resterà per la divisione che continuerà ad occuparsi del suo business storico, la fusione semplifich­erà l’organizzaz­ione societaria dell’intero gruppo Ima e favorirà l’ottimizzaz­ione della gestione dei flussi di cassa. «Non ci è piaciuto il ritardo con cui abbiamo appreso di questa aggregazio­ne — chiude Colli —: sinceramen­te ci aspettavam­o una maggiore trasparenz­a da parte del management di un colosso come Ima».

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