Disegni e scatti sognando un film
sposizione da un amico».
Come nasce questo primo cd del duo?
Pappano: «In questi anni le Sonate di Brahms e le Romanze di Martucci che abbiamo inciso ci hanno accompagnato costantemente: ora le une, ora le altre, a volte entrambe… tanto che io ormai le associo a un viaggio in Italia in compagnia di Gigi. Per me è stata un’esperienza meravigliosa il poter approfondire nel tempo il lavoro su queste musiche, che sono belle ma molto complesse. Il disco è il frutto di questo lavoro di maturazione fatto insieme, studiando, provando, confrontandoci con il pubblico; il coronamento di un lungo cammino fatto di componenti diverse: emotive, tecniche, di amicizia, di viaggio alla scoperta dell’Italia… ».
Perché Giuseppe Martucci nel cd? Cosa ha significato questo autore nella musica italiana?
Piovano: «Nei nostri programmi abbiamo sempre inserito piccoli omaggi alla musica italiana: Gaetano Braga, Giovanni Battista Cirri, Benedetto Marcello… Anche a Bologna, nel 2017, abbiamo suonato musiche scritte appositamente per il duo da compositori italiani d’oggi: Michele Dall’Ongaro e Riccardo Panfili. Ma l’autore che abbiamo eseguito più spesso, accostandolo a Brahms, è certamente stato Giuseppe Martucci. Oltre che per la sua importantissima attività di direttore d’orchestra, Martucci è noto soprattutto per la sua produzione pianistica e sinfonica. Nel panorama italiano di fine Ottocento, dominato dall’opera, rappresenta un po’ una voce fuori dal coro».
Dall’apparizione del transatlantico Rex in alle maschere grottesche del le fantasmagoriche messe in scena felliniane nascondono un lavoro meticoloso. Fatto di tavole di tempera e gesso su cartoncino, capaci di evocare i tratti fisici e caratteriali degli attori e le atmosfere degli ambienti. Come si potrà scoprire in «Federico Fellini dietro le quinte», una nuova sezione allestita da oggi dalla Fondazione Cirulli nella sua sede di San Lazzaro di Savena all’interno del percorso «L’archivio animato. Lavori in corso», che riapre proprio oggi con le sue 200 opere e le 19 sezioni complessive.
«Federico Fellini dietro le quinte», a cura di Nicola Lucchi, offrirà sino al 13 dicembre uno sguardo approfondito sui lavori di scena di Danilo Donati, emiliano di Luzzara nel reggiano, lo stesso paese di Cesare Zavattini, scenografo e costumista vincitore di due premi Oscar e stretto collaboratore di Pasolini, il suo prediletto, Fellini e Benigni. Articolata in un itinerario che si concentra su tre film come
e l’esposizione comprende una decina di studi originali del ‘cucitore di sogni’ reggiano, selezionati da un corpus di oltre 100 opere.
La sezione ospiterà anche due famosi scatti di Fellini realizzati dal fotografo Pino Settanni. I due scatti fotografici sono parte di «Ritratti in nero», una galleria fotografica che si compone di ben 77 ritratti di personaggi della cultura e dello spettacolo che Settanni invitava nel suo storico studio di Via Ripetta 226, vestiti rigorosamente di nero e invitati a portare un oggetto che per loro fosse particolarmente significativo.
Fellini, che non aveva mai accettato di partecipare al progetto, un giorno si convinse presentandosi allo studio vestito normalmente. Vennero fuori delle fotografie insoddisfacenti, con Fellini a sottolineare che aveva sbagliato fotografo e Settanni a rispondere che il regista aveva sbagliato il colore dell’abito. Fellini indossò allora un maglione nero e si ripresentò allo studio dove Settanni aveva preparato dei fogli e le matite colorate.
Mentre disegnava, all’improvviso Fellini lanciò tutto per aria. Nacque così il meraviglioso scatto di Fellini giocoliere che lancia in aria le matite colorate.
A proposito del centenario di Fellini, questa sera anche la Casa dei Pensieri, che cura la programmazione culturale della Festa dell’Unità, al Parco Nord ospiterà un incontro a lui dedicato. Prendendo spunto dal recente documentario dedicatogli da Anselma Dall’Olio, presentato in Piazza Maggiore il 23 agosto scorso. Nello spazio Estragon, alle ore 21, interverranno Daniela Airoldi, Marco Bazzocchi, Gian Luca Farinelli, Marcello Fois, Giacomo Manzoli e Roy Menarini