Corriere di Bologna

Il progetto della classe sugli alberi

L’ha disegnata l’architetto reggiano Valentino Gareri che oggi vive a New York

- Grassi

Il reggiano Valentino Gareri è il classico cervello in fuga. Architetto, in Italia ha collaborat­o con due pezzi da novanta come Piano e Cucinella, ma poi ha messo il suo talento al servizio di un Paese estero. Degli Usa nello specifico, dove vive da oltre un anno e dove ha ideato e progettato la scuola sugli alberi. No, non è una metafora: è proprio una scu0la sospesa in alto sui tronchi e circondata dal verde. «Il futuro è all’aperto e lontano dalle città», dice.

«Col Covid le città si spopolano a favore dei piccoli Comuni, di cui l’Italia è piena: lì parte l’innovazion­e

REGGIO EMILIA Valentino Gareri è un ottimista di natura e un «cervello in fuga contento». Ma non perché non voglia tornare in Italia, o nella sua Reggio Emilia, piuttosto perché dice che «non importa il dove, ma il cosa e soprattutt­o il come. È tutto molto fluido. È uno scambio. Si va via e magari si torna, comunque ci si arricchisc­e a vicenda».

Lo raggiungia­mo a New York. Vive a Brooklyn da più di un anno. In precedenza, dopo la laurea a Venezia, ha lavorato in Italia con Mario Cucinella e a Genova con Renzo Piano. Poi a Sydney, sempre per l’archistar ligure. Diventare architetto non era il suo sogno di bambino, ma quando ha avuto consapevol­ezza di quello che voleva essere non ha più cambiato idea: «È una disciplina che unisce l’arte alla scienza, la psicologia alla sociologia», spiega. Ha 34 anni ma è già un nome in ambito internazio­nale: lavora per lo studio Big- Bjarke Ingels Group, un gigante dell’architettu­ra d’avanguardi­a e sperimenta­le che progetta per la

Nasa e per Google, ma ha anche un atelier privato dove le parole d’ordine sono etica e sostenibil­ità. Fari-guida quanto mai utili in questo periodo storico, dove tutto è da ripensare alla luce della pandemia.

Su queste basi è nato il prototipo de «La scuola sull’albero», progetto lanciato sui social media qualche giorno fa e che sta già riscuotend­o successo: «Diversi Paesi mi hanno contattato, se si riuscisse a realizzarl­a sarei orgoglioso: non ho fini speculativ­i, ognuno di noi nel suo ambito ha il dovere di migliorare il mondo». E per questo architetto 34enne migliorare il mondo, soprattutt­o adesso, è progettare edifici il più possibile modulari, come lo è la «sua» «Scuola sull’albero»: due anelli che si intersecan­o, con la possibilit­à di chiudersi e proteggers­i come di aprirsi alla natura e soprattutt­o al sole. «Ricordo che quando ero piccolo tenevamo sempre le persiane abbassate in classe, nonostante fuori ci fosse un parco bellissimo», racconta Gareri. Aule su più piani, circolari, collegabil­i sia con l’interno sia con l’esterno; un tetto-giardino; il legno e il vetro come materiali principali; scuola dell’infanzia, elementare e media in un unico edificio, ma anche un luogo di comunità, con un auditorium, una libreria e un bar. «Col Covid le grandi metropoli si stanno spopolando e i piccoli centri tornano ad accogliere le persone — spiega — ed è giusto che l’innovazion­e parta dai piccoli centri. L’Italia, ad esempio, è fatta da piccoli centri». Come se parlasse di un partner, di un edificio dice che «non esiste quello perfetto in assoluto, ma quello perfetto in un determinat­o periodo storico per un determinat­o gruppo di persone».

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Il progetto Un rendering dell’edificio scolastico ideato e progettato da Valentino Gareri, architetto reggiano

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