Corriere di Bologna

DIVISI SI PERDE DAVVERO

- Di Eugenio Tassini

La prima ondata ci aveva visto uniti: cantare sui balconi, rispettare le regole, cercare di capirci qualcosa di questo virus sconosciut­o, acclamare i medici, mettere cartelli e striscioni alle finestre con scritto «andrà tutto bene» (realizzati dai figli piccoli), ascoltare in tv i virologi. Ci siamo commossi per Papa Francesco solo in piazza San Pietro, sorriso per il presidente Mattarella rimprovera­to dal suo barbiere, il giorno della chiusura i negozianti appendevan­o le bandiere tricolori e Luca Zaia applaudiva Conte («Misure giuste e necessarie, due milioni di veneti a rischio contagio»). E siamo rimasti tutti uniti anche se ognuno confinato a casa propria.

La seconda ci vede invece divisi, anche se ancora possiamo uscire. Gli uni contro gli altri, tutti a difendere le nostre piccole frontiere, dove abbiamo cominciato a scavare giorno dopo giorno le trincee di una guerra antica. Adulti contro giovani, giovani contro adulti (Il sindaco di Milano: «Lockdown? No, meglio isolare gli anziani»; tre economisti suggerisco­no di confinare gli anziani, (che però sono quelli da 50 anni in su), dipendenti protetti contro autonomi e partite Iva, lavoratori pubblici contro lavoratori privati.

Eancora Regioni contro Governo, governator­i contro sindaci, sindaci contro il governo (perché aveva delegato loro la gestione dell’emergenza movida), Virginio Merola, sindaco di Bologna, contro i sindaci che protestava­no, virologi contro virologi, Andrea Crisanti contro Luca Zaia, Luca Zaia contro Andrea Crisanti. Ricordate cosa dicevano a marzo? «E’ un grande scienziato». «Mai conosciuto un politico così». E ancora: parenti di persone decedute per Covid contro medici, chef contro virologi (Fabio Picchi contro Massimo Galli) o contro politici (Kevin Trafojer in Val Venosta: «Viene azzerato anche lo stipendio dei politici?» si domanda il cuoco stellato), cuochi che tengono aperto il loro locale dopo le 18 (nel Trevigiano, a Firenze, a Bologna), insegnanti, genitori e presidi contro il ministro della pubblica istruzione, (ovunque).

Divisi anche nelle scelte: a Trento teatri e cinema aperti, a Bolzano chiusi. Divisi persino nei numeri: Bonaccini con la scuola in presenza al 25 per cento, Zaia con la scuola a distanza al 75 per cento. Che alla fine vuol dir la stessa cosa. Divisi soprattutt­o sui conti correnti: chi è diventato più ricco e chi ha perso tutto. Come sempre nelle guerre. Accade spesso nella storia. Si resta uniti quando si pensa di poter vincere. Le guerre si vincono insieme. Ci si divide quando si comincia ad avere paura di perdere e a contare le scialuppe. Basteranno a salvare tutti? Ci si separa quando si pensa al proprio destino, quando ci si sente abbandonat­i, quando intorno a te cominciano a esservi i sommersi e i salvati.

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