Rivolta dei prof contro le lezioni da soli in aula
È molto probabile che con il nuovo Dpcm il problema non sussista più. Ma nei giorni scorsi è emerso il malcontento di una parte dei docenti che, con le regole cambiate in corsa, si sono trovati a fare lezione da soli in aule vuote davanti al pc. «Un paradosso», è stato definito da molti insegnanti. E qualcuno, come al liceo Da Vinci di Casalecchio di Reno, ha deciso di fare «disobbedienza civile», facendo lezione da casa, ritenendo un controsenso ruotare in aule vuote senza alunni. Situazione messa nero su bianco in una lettera da qualcuno del corpo docente del liceo: «Gli insegnanti, causa l’impossibilità di adeguare l’orario in modo elastico alla nuova situazione, devono cambiare aula e sede, come se le classi fossero in presenza». Gli studenti sono a casa, i docenti ruotano sulle classi e addirittura nelle succursali. Senza contare i problemi di collegamento che rendono tutto più difficile. In sottofondo le molte campanelle che continuano a suonare, si legge nella lettera: «C’è quella dell’inizio delle lezioni, quella per chiudere la finestra dopo che si è arieggiata la stanza, quella per ricordare di aprire la finestra e areare la classe pure in assenza di studenti. E intanto alcuni docenti fanno comunque lezione con la mascherina davanti al pc, perché prima di loro, nella stessa aula, hanno fatto lezione altri colleghi lasciando aleggiare i famosi droplets. Distopia al 100% nella didattica a distanza in presenza».
In ogni caso la circolare del ministero è chiara: studenti a casa, prof in aula. Posizione ribadita con forza anche dall’Ufficio scolastico regionale pochi giorni fa. I sindacati non si sbilanciano, c’è una contrattazione in corso sul tema della Dad, ma invocano il buonsenso. «I docenti possono anche stare a scuola — dice Susi Bagni, segretaria provinciale della Cgil Scuola — ma è assurdo il fatto che si debbano spostare».
La protesta
Gli insegnanti criticano la circolare del Miur Al Da Vinci c’è chi fa «disobbedienza civile»
«Non possiamo fare altrimenti — dice il preside del Da Vinci, Massimo Giorgini —, gli spazi disponibili sono meno della metà dei docenti e non avevamo tempo per modificare in pochi giorni un’organizzazione complessa». In ogni caso questa settimana anche i prof staranno a casa, perché Giorgini ha dato il compito ai tecnici di risolvere i problemi di collegamento. «Risolviamo le criticità tecniche, ma poi il ministero chiede la presenza dei docenti, vedremo cosa succede con il prossimo Dpcm».
Intanto anche le scuole che avevano lasciato libertà di scelta ai docenti, come il liceo Righi, han dovuto fare un passo indietro. «Ho richiamato i docenti in presenza — spiega il preside Fabio Gambetti —. Alcuni si sono lamentati, non sono d’accordo, altri ci hanno chiesto il motivo. Ma la circolare del ministero è chiara».