Corriere di Bologna

Liti e spaccio alle case popolari E ora l’Acer chiama il prefetto

L’azienda per la casa: con un nuovo lockdown le tensioni sociali possono esplodere

- Muleo

Liti familiari, giovani senza più la scuola, spaccio e occupazion­i. Il presidente di Acer Alberani lancia l’allarme sulle tensioni sociali che con la pandemia e nuove possibili restrizion­i rischiano di esplodere nelle case popolari, specie nei quartieri periferici. Per questo motivo ha chiesto al prefetto di convocare un comitato dell’ordine pubblico per parlare del tema e cercare contromisu­re.

Le difficoltà economiche e sociali portate da un secondo lockdown aggraveran­no il disagio sociale nelle situazioni già complesse. L’allarme nel caso degli alloggi popolari, dove già durante la prima chiusura legata al covid si erano verificati problemi di convivenza, lo lancia l’Acer. Liti famigliari e violenze domestiche, inquilini che segnalano spaccio nei quartieri, cantine occupate o riempite di materiali a volte abbandonat­i anche in strada, atti di autolesion­ismo. E tensioni «trasversal­i» tra chi convive nei condomini dice Alessandro Alberani, presidente di Azienda Casa Emilia Romagna, senza cioè che ci siano distinzion­i tra italiani e stranieri.

Alberani ha chiesto a sindaco e prefetto un Comitato per l’ordine pubblico sul tema delle case popolari nelle periferie. «In molti quartieri, in particolar­e Navile e San Donato-San Vitale ma anche Savena e Porto-Saragozza, ci sono situazioni di disagio sociale importanti». Nello specifico spiega il presidente «da qualche settimana stiamo registrand­o le stesse situazioni viste durante il lockdown di marzo. Al Savena lamentano bande di ragazzini in giro, urla nei palazzi. Inquilini segnalano spaccio in via Libia o al Pilastro.

Le difficoltà economiche, ragazzi che non vanno a scuola, la gente che resta di più in casa: tutto questo aumenta i problemi. Microcrimi­nalità, o relazioni difficili, situazioni al limite che rischiano di trasformar­si in scenari più complessi».

Tra le soluzioni «una presenza più forte delle forze dell’ordine sarebbe sicurament­e una strada importante, la chiedono i cittadini. In alcune zone stiamo montando telecamere, stiamo pensando a porte blindate anche nelle cantine, dove ora si occupa di

I nodi nelle periferie

Tanti ragazzi senza scuola e molti hanno perso il lavoro. Alberani chiede un comitato

più che nelle abitazioni. Qualche giorno fa al Pilastro gli operatori che ne sgomberava­no una sono stati circondati, abbiamo dovuto chiamare le forze dell’ordine. Poi, se ci fossero le risorse, i progetti di mediazione sociale sarebbero molto utili come in via Gandusio».

Da parte sua l’Acer ha «raddoppiat­o» il personale dell’ufficio disciplina, al numero dedicato per le segnalazio­ni «stanno arrivando parecchie chiamate». Un principio di emergenza che «riguarda solo Bologna città» dove si fa sentire di più il carico di «giovani disoccupat­i, persone che hanno perso il lavoro, la solitudine degli anziani e di chi soffre problemi psichiatri­ci. Questa seconda fase avrà ricadute maggiori della prima sul lavoro, ci saranno tensioni. Bisogna prevenire».

Tra gli strumenti l’Acer ne ha presentato uno nuovo, un fumetto con protagonis­ta il supereroe, giovane ma un po’ «umarell» per pignoleria e attenzione, Acerman, impegnato a facilitare conoscenza e accettazio­ne delle regole di buon vicinato, e anche la sicurezza antincendi­o, altra «emergenza che siamo riusciti a ridurre a una decina di casi all’anno ma sulla quale è necessario mettere in guardia dai rischi, in particolar­e l’utilizzo di stufette non a norma». La firma è del disegnator­e bolognese Andrea Monari, il suo Acerman invita gli inquilini a non accumulare bici o masserizie negli spazi comuni, evitare rumori molesti e barbecue.

 ?? In bilico ?? Il timore dei funzionari di Acer è legato alle tensioni sociali delle periferie, per i ragazzi che non vanno a scuola e per chi ha perso il lavoro
In bilico Il timore dei funzionari di Acer è legato alle tensioni sociali delle periferie, per i ragazzi che non vanno a scuola e per chi ha perso il lavoro

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