Il «Wet market» di Ert diventa un radiodramma in tre puntate Di Paolo: «Speriamo di rifarlo»
«Wet Market», mercato umido: tutto è iniziato in uno di quei mercati dove uomini e animali si stipano, si confondono, dove l’umido si trasforma in marcio, dove nella promiscuità i virus sono pronti a fare il salto di specie. Wet Market. La fiera della (nostra) sopravvivenza avrebbe dovuto essere la nuova produzione di Ert all’Arena del Sole, da oggi all’8 novembre: un testo di Paolo Di Paolo – scrittore e giornalista – con l’ambiente sonoro di Massimo Nardinocchi, la regia collettiva e l’interpretazione degli attori della Compagnia permanente del Teatro nazionale. Naturalmente, dopo il Dpcm del 24 ottobre, che ha decretato la sospensione delle attività di cinema e teatri, lo spettacolo non debutterà, ma sarà trasportato in tre puntate radio di circa venti minuti l’una, disponibili da oggi sul sito di Ert Fondazione.
«L’avevo presagito che sarebbe saltato» ci confessa al telefono Paolo Di Paolo, conduttore in questo periodo di La lingua batte su Radio 3, il programma della Rai che approfondisce alcuni aspetti della lingua italiana. «Però le prove sono andate avanti fino all’ultimo. Non c’è che da stringere i denti e sperare che prossimamente si possa riprendere in palcoscenico».
In realtà non ci troviamo in uno dei mercati orientali da cui ha preso lo slancio il coronavirus, ma comunque in luoghi dove merci, esseri umani, animali, voci, chiacchiere, grida di vendita, contrattazioni si sovrappongono. Continua l’autore: «Da questo punto di vista la traduzione radiofonica è coerente. Il disegno sonoro era già importante. Siamo nel mercato di una grande città occidentale, pieno di voci e rumori - racconta Di Paolo -. Nelle nostre intenzioni lo spettatore doveva essere già inizialmente avvolto in una nube sonora, tra le bancarelle dei mercanti e le loro urla».
Siamo nel cuore della città, anzi «Nel ventre della città», in un luogo che inizialmente potrebbe richiamare Les Halles parigine come le racconta Zola nel suo famoso romanzo: «Siamo nel secondo Ottocento: il mercato si sta espandendo. Si alimenta la pancia della città, ma la pancia nutre anche la testa - racconta ancora l’autore -. Lo spazio a mano a mano che lo spettacolo procede diventa meno connotato nel tempo e nello spazio, richiamando altri mercati, altre epoche. E in quel luogo vediamo passeggiare personaggi come Lady Montague e Edward Jenner, come Pasteur, Spallanzani, Koch, Fleming... Il mercato diventa un fondale caotico per le loro idee, le loro scoperte».
Lo spettacolo diventa un discorso sulla scienza: «Il mercato con le sue promiscuità alimenta le idee degli scienziati - conclude Di Paolo - che si raccontano e discutono della nostra sopravvivenza, della relazione uomo-animale, di vaccini, di antibiotici salvatori e di rischi legati all’alimentazione degli animali con antibiotici, di virus sempre più misteriosi e resistenti, fino allo spillover, il passaggio di specie dei virus… È come una partita a tennis: qualcuno ha un’idea, un altro la riprende, la perfeziona, forse rubando qualcosa ai primi scopritori... È un continuo rilanciare l’azzardo».
Parallelamente alla messa in onda radiofonica, sul sito di Ert si potranno vedere otto video-pillole didattiche, dedicata ognuno a uno scienziato, con un prologo da Tucidide sulla peste di Atene. Un sostegno alla scuola, anche in tempo di distanziamento.