Fiere, apre Ecomondo (ma solo online)
Le novità dell’economia green. Gnassi (Rimini): «Con Bologna saremo più forti»
Ecomondo, il salone di Rimini della green economy, insieme a Key Energy, è partito online. «Era già tutto pronto nei padiglioni», ammette il presidente di Ieg Cagnoni, ma il divieto del Dpcm ha bloccato tutto. Mentre gli Stati generali della green economy danno suggerimenti su come investire le risorse europee, il sindaco di Rimini Gnassi chiede più fondi al sistema fieristico, e rilancia: grazie alla fusione con l’expo di Bologna saremo più forti.
Ecomondo, il salone di Rimini della green economy — insieme Key Energy — è partito online, per restare attivo sul web fino al 15 novembre. Bloccato dal divieto alle manifestazioni contenuto nel più recente Dpcm, diventa il luogo virtuale della «resistenza» alla pandemia e del rilancio di alcune rivendicazioni: un fondo più cospicuo al sistema fieristico da parte del governo e un sistema premiale ai Comune che si riveleranno più ecosostenibili. Idee e proposte arrivano dal sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, accompagnato dal presidente di Ieg, la società che gestisce la Fiera, Lorenzo Cagnoni. È quest’ultimo, al momento dell’apertura dei padiglioni digitali, a ribadire che l’expo «non si arrende alla pandemia». «Il Dpcm del 25 ottobre ci ha travolto — ha spiegato — Era già tutto pronto, ma abbiamo dovuto rinunciare ad accogliere nei nostri padiglioni visitatori e imprese». Il 2020, «sarà ricordato a lungo e non certo per cose buone». Il gruppo aveva sospeso le manifestazioni durante la prima fase, ricorda
” Cagnoni Non ci arrendiamo alla pandemia Il Dpcm ci ha travolto Era già tutto pronto, abbiamo rinunciato ai visitatori ma abbiamo realizzato il più grande appuntame nto online della green economy
il manager, per poi ripartire «prudentemente e con un pizzico di coraggio». Poi la nuova doccia fredda, «ma ci siamo rimboccati le maniche — va avanti — rimodulando i due saloni nel più grande appuntamento digitale sulla green economy», con 400 aziende partecipanti. Una sfida, dunque, che rivela un approccio, forse giocoforza, di ampio respiro: «Il ruolo del sistema fieristico — conclude infatti Cagnoni— non è quello di vendere spazi, ma di offrire prospettive e indicare strade per gli imprenditori. Uno strumento a disposizione del mercato» . e «qui si costruisce la risposta alle sfide industriali, economiche, ambientali e sociali di oggi e di domani».
Su questi temi, si installa l’interventodel primo cittadino di Rimini: al ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio, collegato in videoconferenza, Gnassi fa notare che «i 200 milioni di euro di sostegno al sistema fieristico, senza un provvedimento Covid europeo, sono limitati e sbatteranno contro le norme europee del de minimis». Parla poi di Ieg, società nata dalla fusione delle Fiere di Rimini e di Vicenza, che ha «l’ambizione di diventare un polo internazionale», anche attraverso l’ulteriore processo di integrazione «auspicabile» con Bologna, fino a «portare l’Italia a essere forte nel sistema internazionale». Infine sottolinea che il Covid ha «messo in evidenza le fragilità dello sviluppo del secondo Novecento», per cui ora i Comuni devono «imboccare in maniera forte e responsabile la strada della sostenibilità», come fatto — ricorda — da Rimini, i cui progetti sono stati riconosciuti come best practice da Onu e Ue. Sull’onda di questi riconoscimenti, il sindaco invita nella cittadina i ministri Di Maio e all’Ambiente Sergio Costa, per «toccarla con mano». E invita a «riconoscere premialità a chi si è messo nella direzione della sostenibilità». Pacchetti di proposte sono formulati, infine dal Consiglio nazionale della green economy, organismo che raccoglie 69 organizzazioni di imprese del settore che si sono riunite ad Ecomondo. In sostanza, si chiede di utilizzare le risorse dell’Unione europea per far ripartire l’economiadando una risposta alla crisi climatica e alle istanze ambientali sempre più urgenti. Sul piatto, tra le altre cose, incentivi per fonti rinnovabili, miglioramenti dell’efficienza energetica, potenziamento del trasporto pubblico, rigenerazione urbana, e produzione di beni durevoli, fino alla proroga dell’ecobonus al 2024.