Corriere di Bologna

Fiere, apre Ecomondo (ma solo online)

Le novità dell’economia green. Gnassi (Rimini): «Con Bologna saremo più forti»

- Luciana Cavina luciana.cavina@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ecomondo, il salone di Rimini della green economy, insieme a Key Energy, è partito online. «Era già tutto pronto nei padiglioni», ammette il presidente di Ieg Cagnoni, ma il divieto del Dpcm ha bloccato tutto. Mentre gli Stati generali della green economy danno suggerimen­ti su come investire le risorse europee, il sindaco di Rimini Gnassi chiede più fondi al sistema fieristico, e rilancia: grazie alla fusione con l’expo di Bologna saremo più forti.

Ecomondo, il salone di Rimini della green economy — insieme Key Energy — è partito online, per restare attivo sul web fino al 15 novembre. Bloccato dal divieto alle manifestaz­ioni contenuto nel più recente Dpcm, diventa il luogo virtuale della «resistenza» alla pandemia e del rilancio di alcune rivendicaz­ioni: un fondo più cospicuo al sistema fieristico da parte del governo e un sistema premiale ai Comune che si rivelerann­o più ecososteni­bili. Idee e proposte arrivano dal sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, accompagna­to dal presidente di Ieg, la società che gestisce la Fiera, Lorenzo Cagnoni. È quest’ultimo, al momento dell’apertura dei padiglioni digitali, a ribadire che l’expo «non si arrende alla pandemia». «Il Dpcm del 25 ottobre ci ha travolto — ha spiegato — Era già tutto pronto, ma abbiamo dovuto rinunciare ad accogliere nei nostri padiglioni visitatori e imprese». Il 2020, «sarà ricordato a lungo e non certo per cose buone». Il gruppo aveva sospeso le manifestaz­ioni durante la prima fase, ricorda

” Cagnoni Non ci arrendiamo alla pandemia Il Dpcm ci ha travolto Era già tutto pronto, abbiamo rinunciato ai visitatori ma abbiamo realizzato il più grande appuntame nto online della green economy

il manager, per poi ripartire «prudenteme­nte e con un pizzico di coraggio». Poi la nuova doccia fredda, «ma ci siamo rimboccati le maniche — va avanti — rimoduland­o i due saloni nel più grande appuntamen­to digitale sulla green economy», con 400 aziende partecipan­ti. Una sfida, dunque, che rivela un approccio, forse giocoforza, di ampio respiro: «Il ruolo del sistema fieristico — conclude infatti Cagnoni— non è quello di vendere spazi, ma di offrire prospettiv­e e indicare strade per gli imprendito­ri. Uno strumento a disposizio­ne del mercato» . e «qui si costruisce la risposta alle sfide industrial­i, economiche, ambientali e sociali di oggi e di domani».

Su questi temi, si installa l’intervento­del primo cittadino di Rimini: al ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio, collegato in videoconfe­renza, Gnassi fa notare che «i 200 milioni di euro di sostegno al sistema fieristico, senza un provvedime­nto Covid europeo, sono limitati e sbatterann­o contro le norme europee del de minimis». Parla poi di Ieg, società nata dalla fusione delle Fiere di Rimini e di Vicenza, che ha «l’ambizione di diventare un polo internazio­nale», anche attraverso l’ulteriore processo di integrazio­ne «auspicabil­e» con Bologna, fino a «portare l’Italia a essere forte nel sistema internazio­nale». Infine sottolinea che il Covid ha «messo in evidenza le fragilità dello sviluppo del secondo Novecento», per cui ora i Comuni devono «imboccare in maniera forte e responsabi­le la strada della sostenibil­ità», come fatto — ricorda — da Rimini, i cui progetti sono stati riconosciu­ti come best practice da Onu e Ue. Sull’onda di questi riconoscim­enti, il sindaco invita nella cittadina i ministri Di Maio e all’Ambiente Sergio Costa, per «toccarla con mano». E invita a «riconoscer­e premialità a chi si è messo nella direzione della sostenibil­ità». Pacchetti di proposte sono formulati, infine dal Consiglio nazionale della green economy, organismo che raccoglie 69 organizzaz­ioni di imprese del settore che si sono riunite ad Ecomondo. In sostanza, si chiede di utilizzare le risorse dell’Unione europea per far ripartire l’economiada­ndo una risposta alla crisi climatica e alle istanze ambientali sempre più urgenti. Sul piatto, tra le altre cose, incentivi per fonti rinnovabil­i, migliorame­nti dell’efficienza energetica, potenziame­nto del trasporto pubblico, rigenerazi­one urbana, e produzione di beni durevoli, fino alla proroga dell’ecobonus al 2024.

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