Corriere di Bologna

La rivoluzion­e digitale in un libro

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«Anche se questa è una terra eccellente, c’è ancora molto da fare». Così Michele Bonfigliol­i, amministra­tore delegato della società di consulenza Bonfigliol­i Consulting, dà la carica alle imprese emiliane e italiane affinché accelerino, con la spinta del coronaviru­s, la cosiddetta rivoluzion­e digitale. Insieme al collega Umberto Mirani, ceo della startup innovativa Digibelt, Bonfigliol­i è autore del saggio Lean Digital, la via italiana alla fabbrica 5G pubblicato da GueriniNex­t e curato dalla giornalist­a Maria Cristina Origlia. Secondo Bonfigliol­i, solo il 20-30% di industrie, soprattutt­o di grandi dimensioni, hanno intrapreso questo percorso. Ecco perché mette a disposizio­ne uno strumento di riflession­e affinché il metodo del lean digital, «una scelta consapevol­e delle tecnologie abilitanti da innestare su processi robusti, flessibili e snelli al servizio del business e del valore per il cliente», si diffonda il più possibile. «Anche perché in questa fase, se si parla di salvaguard­ia dei lavoratori non c’è solo da affrontare con responsabi­lità il tema della salute — gli fa eco la direttrice di Confindust­ria Emilia, Tiziana Ferrari — ma è necessario anche procedere con gli investimen­ti e con la formazione per l’aggiorname­nto dei collaborat­ori».Il saggio propone sei case-history di aziende che hanno già messo in campo la trasformaz­ione digitale, future fabbriche 5G. Tra di esse Lamborghin­i e Philip Morris, Exor Internatio­nal di Verona, Recordati di Milano, la bergamasca Sabo, quarto posto tra le 30 con un fatturato compreso tra i 20 e i 500 milioni nella classifica «Mille Champions Italiani» , e la bellunese Unifarco. (Al. Te.)

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