Le cabine elettriche trasformate dall’arte
L’associazione Serendippo ha selezionato 12 progetti
Erano comuni. Anonime. Si stanno trasformando in opere d’arte. Sono le dieci cabine elettriche dell’area dell’ex Mercato Ortofrutticolo della Bolognina. A donare loro nuova vita, con pennelli in mano e attrezzi del mestiere già dall’altro ieri e fino a fine mese, sono 12 artisti che l’associazione culturale Serendippo ha selezionato attraverso una call a cui hanno risposto 57 artisti. Tema e titolo della call, «Disegnare dialoghi», sono eloquenti, ma il senso del progetto, con cui si lancia anche
” L’intento Stiamo lavorando in un luogo abitato da cittadini di culture diverse, fatto di incontri e scambi
una campagna di crowdfunding, ce lo spiega bene Etta Polico di Serendippo: «Perché “Disegnare dialoghi”? Perché stiamo lavorando in un luogo abitato da cittadini di culture diverse, un luogo fatto di incontri, scambi, ma anche di conflitti. Uno spazio come questo, tra cittadini vecchi e nuovi, tra la residenziale Trilogia Navile e le case popolari, ricco di elementi così diversi, ha molte potenzialità e Serendippo non vuole fare altro che mettere insieme quello che c’è già». Né gentrificazione, né binomio degrado-decoro, termini contrastanti associati spesso al quartiere. «Mettiamo al centro – continua – la possibilità di immaginare e vivere nuovi centri, vivi e condivisi. Penso a esperienze come quella di Campi Aperti, al comitato Vivere Mercato Navile, a Mythos».
Realtà, queste, che hanno collaborato al progetto, insieme all’associazione Universo. I prodotti, tutti a marchio Sayerlack – sono forniti dall’azienda Sherwin-Williams e il resto dell’aiuto può darlo chiunque attraverso il crowdfunding per finanziare le spese che si prevedono attorno a 10mila euro (https:// serendippobo.wixsite.com/ take-art-away). A sottolineare il senso inclusivo di questo percorso di arte diffusa è inPixel), vece la partecipazione all’iniziativa di un gruppo di ragazzi richiedenti asilo del progetto Nausicaa. Gli artisti selezionati sono Lisa Bisognin, Marta Lorenzon, Kiki Skipi, Agostino Valleni, Federico Landi e Valentina Carafotti, Marco Ronda (Bislak), Allegria Bulgaria, Tiziana Terrana (Tera Estevan Reder (Vantees), Letizia Calori, Luca Pedrelli. Con menzione speciale per Raffaele Marra con la sua opera che verrà realizzata sulla vetrata dello studentato di via Greta Garbo. Le proposte artistiche sono quanto di più eterogeneo possa esistere. Qui convivono il profumo di un tempo in cui «era tutto diverso», come racconta l’opera Questa strada è casa mia di Lisa Bisognin, tra ricordi degli stand del mercato e il rammarico di tanti alberi che non ci sono più, e l’allegria contagiosa di una filastrocca di Rodari espressa da Kiki Skipi. Immagini di nuove centralità espresse da Agostino Valleni e dialoghi universali, come fa Tera Pixel.
E ancora, flussi astratti di colori e forme pronti a mutare a seconda dei passaggi umani, come in Bislak. Allegria Bulgaria invece con il murale concettuale Aria fresca si concentra sul dialogo contemporaneo, fatto di finestre di notifiche su sfondo multicolore. E se La biopolitica del Navile di Federico Landi e Valentina Carafotti parla di riqualificazione del Navile dal 2008, Letizia Calori illumina di toni fosforescenti la cabina. Di giorno cattura la luce, di notte la rilascia e l’effetto è insieme fantastico e spettrale. C’è anche Luca Pedrelli (Skawalker) che in Sogno quasi d’amore porta alla luce storie cittadine. E chi, come l’intervento urbano di Vantees Memoria in fuga, parla di identificazione di un individuo tra corpo e non corpo. Presenza e assenza. Nel tentativo di avvicinarsi all’altro rispettando le differenze.