Il lavoro dietro le quinte per arrivare a De Maria
Rumors su un accordo pronto
Eternamente giovane anche se ha appena compiuto 54 anni, da una vita nel partito e nelle istituzioni, cresciuto a pane e politica. Dieci anni fa Andrea De Maria non la prese bene quando qualcuno nel partito gli preferì Virginio Merola come candidato sindaco, anche se il passo indietro gli valse un seggio in Parlamento dove siede ancora oggi. Abilissimo negli accordi di corrente, professionista della politica (è un complimento), se parla con un giornalista non sbaglia un colpo e ripete le stesse frasi sia per un commento ufficiale che per una confidenza. Non ha detto a nessuno di quelli che potrebbero scriverlo che è in campo per la corsa a sindaco di Bologna, anzi ha precisato che no, lui non era in campo. E magari è anche vero. Peccato che negli ultimi giorni c’è qualcuno che all’improvviso dice sui giornali che in effetti proprio De Maria potrebbe essere un buon sindaco. E viene da pensare che per lui sarebbe la chiusura del cerchio, la consacrazione di una carriera, visto che non ha mai nascosto che quello poteva essere il suo sogno. Poi comincia a circolare la voce che De Maria potrebbe essere la soluzione pronta dentro «la Ditta» nel caso in cui il Pd decidesse di prendere una decisione sul tema chiedendo una conta nell’Assemblea cittadina, un organo che esiste e che ha questo potere ma che è talmente poco usato che molti membri non si ricordavano più di farne parte. Magari non succede, ma in quel parlamentino De Maria può fare più o meno quello che vuole. Bisogna convincere molti grandi elettori nel Pd, ma lui è il più bravo di tutti a convincere gli altri. Nel racconto che si fa queste ore nel partito, ci sono già addirittura tutte le caselle del puzzle che mette insieme tutti i protagonisti. Per carità di patria, non facciamo nomi, ma gira voce che i posti di compensazione riguardino il partito a Bologna, il partito a livello regionale, la futura giunta comunale, il posto da parlamentare che lui lascerebbe libero e addirittura la presidenza di Hera, che non è solo affare del Pd ed è piuttosto ambita sia tra gli esponenti di prima fila dei Dem, sia in quelli centristi con i quali De Maria ha ottimi rapporti, talmente buoni da convincerli anche a lasciare perdere le prossime Amministrative per dare una mano alla causa. Fila tutto, ma ci sono due ordini di problemi. Il primo: tutti i protagonisti dell’operazione sono troppo accorti per pensare che il prossimo sindaco di Bologna possa essere scelto sulle onde medie dell’assemblea del Pd. Secondo: De Maria dice di non essere disponibile. A meno che...