Corriere di Bologna

Quel padre con la figlia morta da 40 giorni

Il dramma a Imola: la ragazza si sarebbe tolta la vita. Lui: non potevo perderla

- Baccaro

Per quaranta giorni ha tenuto nascosto nella vasca di casa il cadavere della figlia. «Non potevo perderla», ha raccontato il 77enne padre della donna che secondo il suo racconto si sarebbe suicidata. L’uomo è stato denunciato per occultamen­to di cadavere ed è stata disposta un’autopsia sul corpo della 42 enne che soffriva di problemi psichici. L’anziano genitore l’accudiva da solo dopo la morte della moglie avvenuta 13 anni fa.

Ha continuato ad accudirla come aveva fatto tutta la vita. Da quando quella figlia 42enne era venuta alla luce con un ritardo mentale. Un legame diventato ancora più stretto dopo la morte della moglie, tredici anni fa, che aveva lasciato da soli padre e figlia in quella casa al quartiere Campanella di Imola. Lui, pensionato 77enne, che in quella figlia da accudire aveva trovato la sua ragione per andare avanti dopo essere rimasto vedovo. Lei con un forte disagio psichico, senza una vera vita fuori da quelle mura. Un vuoto colmato solo dall’assistenza del padre e da qualche relazione parentale. Quel padre che negli ultimi 40 giorni avrebbe continuato a fare quello che ha fatto per tutta la vita: accudire la figlia, anche se lei era morta.

Un dramma della solitudine qualunque sarà l’epilogo di una storia tragica che solo le indagini dei carabinier­i, coordinati dal pm di turno Roberto Ceroni, potranno appurare. Martedì sera i militari del nucleo radiomobil­e di Imola hanno bussato alla porta del pensionato, allertati da un nipote a cui l’uomo, forse per sgravarsi la coscienza da un peso, ha confidato l’inconfessa­bile. Il cadavere della donna, morta da almeno 40 giorni secondo i primi accertamen­ti, era adagiato nella vasca da bagno, sigillato come possibile con un telone di plastica, un ventilator­e sempre acceso, per dirigere gli odori esalati dal corpo in stato di decomposiz­ione fuori dalla finestra. L’unica spiegazion­e che il padre è riuscito a dare ai carabinier­i è: «Non potevo perderla per sempre».

È stato sempre lui a raccontare che la donna si sarebbe tolta la vita e che da quel giorno lui ha scelto di non lasciarla andare, di tenerla con sé, cercando di accudirne il corpo come poteva. Ogni giorno sarebbe entrato in quella stanza per lavarla e pulirla. Nessuno nel condominio aveva immaginato il dramma che si stava consumando nell’appartamen­to, anche perché i due non uscivano molto di casa. Fino alla confession­e affidata al nipote due giorni fa.

Per ora la versione dell’uomo sembra credibile, anche se non è apparso lucido quanto è stato interrogat­o, assistito dall’avvocato Alberto Padovani. Confuso, non ha saputo spiegare con precisione perché la figlia si sarebbe tolta la vita. Incapace di accettare l’improvvisa solitudine, tanto da parlare della donna come fosse ancora viva. È stato affidato alle cure del reparto di psichiatri­a

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