Il futuro del sapere
Il progetto «Trasmissione»: in rete le opere di 11 artisti dell’Accademia. Una riflessione su identità e destini dell’attuale generazione universitaria
Non sarà una mostra online tradizionale ma una «net-passeggiata». Nei giorni in cui l’emergenza sanitaria torna a incombere anche su mostre e musei, già al lavoro per tornare a proporre fino a dicembre tour virtuali e diffondere contenuti online, debutta oggi il progetto «Trasmissione». Nato già per una circolazione virtuale e portato avanti da giovani studenti bolognesi. Proporrà opere di undici promettenti artisti provenienti dal serbatoio dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, inserite all’interno di piattaforme preesistenti su Internet come Wikipedia, Youtube e Facebook. Gli spettatori, partendo dal sito www.mostratrasmissione.it, potranno visionare le opere seguendo il sentiero di link che incontreranno. In aggiunta, all’interno del DamsLab verrà allestito uno spazio ad hoc per fruire la mostra attraverso una postazione di accesso online.
Il progetto è stato autogestito dagli studenti del nuovo corso magistrale, in inglese, di Art, Museology and Curatorship dell’Università di Bologna.
Seguiti dalla direttrice Anna Rosellini, dal docente di Arte contemporanea Roberto Pinto e da Amerigo Mariotti, curatore dello spazio espositivo bolognese Adiacenze. «Il nostro progetto - raccontano è iniziato attivamente a gennaio e, nonostante le restrizioni precauzionali dovute al Covid, non si è mai fermato. Abbiamo infatti organizzato i workshop in via telematica, interpretando questo limite come un ulteriore spunto di riflessione personale e sociale e trasformando lo smartworking in uno strumento per creare cultura e dialogo». Lungo il periodo di progettazione a ogni artista è stata affiancata una coppia di studenti di curatela, per seguire l’intero processo di creazione dell’opera e strutturare i testi in un catalogo. Obiettivo dichiarato quello di indagare l’identità culturale dell’attuale generazione universitaria, riflettendo su come e in quale modo potrà essere trasmessa alle generazioni future. Per questo oggi alle 19, come momento di apertura, in collaborazione con Culturit Bologna è stata organizzata una tavola rotonda che si potrà seguire registrandosi su www.eventbrite.it/e/biglietti inaugurazionemostra-trasmissione-126572101563. Sul tema «Cosa trasmetteremo alle prossime generazioni?», con la partecipazione di studenti ed esperti come Lorenzo Balbi, direttore del Mambo, il già citato Mariotti e Andrea Paolo Maulini, direttore della società di comunicazione Profili. Il gruppo di lavoro, composto da oltre una ventina di studenti, ci tiene a conservare quella dimensione collettiva che è nel dna del progetto. «Dal consolidarsi della globalizzazione prima e della digitalizzazione poi, siamo - raccontano - i protagonisti di una nuova forma di trasmissione senza però averla ancora del tutto compresa nel suo funzionamento e utilizzo, senza averne colto del tutto le potenzialità e anche i suoi pericoli. È sorta una domanda spontanea, forse banale, ma dalla risposta per niente scontata: quali valori compongono la nostra identità?». L’esigenza di riflettere su come trasmettere un’identità culturale alle generazioni che verranno per una volta arriva dai giovani di oggi. Su questo insistono anche le opere presenti nel percorso virtuale. Come le fotografie performative di Francesco Re Li Calzi, le stampe e gli acquerelli di Leza Massiel, la videoinstallazione di Davide Allocca, le fotografie di Caps Lack, pseudonimo di Cristina Baldari, che oltre a realizzare grafiche di dischi nei suoi lavori utilizza spesso l’ambigua icona del lupo. Rebecca Carbon, invece, ama ricorrere a sovrapposizioni, come nella serie «Doppie Esposizioni». Dove un rullino con foto di famiglia di tre anni fa è stato da lei reimpiegato l’anno successivo per riprendere scene di vita notturna bolognese creando uno straniante legame generazionale.