Corriere di Bologna

Il mondo parallelo di Jesse Jacobs

Oggi l’incontro con il fumettista canadese in streaming dall’Ontario: un viaggio tra creature multiformi, colori accecanti, geometrie lisergiche e natura umana

- di Piero Di Domenico

«Amavo guardare le cose e per questo ho cominciato a disegnare. Mi piacevano tutte le arti visive, dalle illustrazi­oni sulle scatole di cereali fino ai fumetti e ai cartoni. Probabilme­nte avrei cercato di fare un cartone animato, se mi fosse stato possibile da ragazzino, ma l’animazione è molto tecnica e richiede un sacco di attrezzatu­ra specifica. Per disegnare bastano invece un foglio e una matita, e così ho cominciato. Ero attratto da molte cose ma i fumetti erano forse il mezzo più facile per raccontare storie in modo visivo». Così il quarantenn­e fumettista canadese Jesse Jacobs, autore di culto a livello internazio­nale, racconta la passione per il disegno iniziata quand’era ancora bambino.

Jacobs, i cui libri in Italia sono stati pubblicati da Eris Edizioni, oggi sarà ospite di «BilBOlbul», il festival bolognese del fumetto. Dalle 18.30 sarà collegato in diretta streaming su www.bilbolbul.net dalla sua casa di fronte al lago Ontario, in dialogo con Matteo Gaspari. Un ritratto d’autore che in seguito continuerà a essere disponibil­e sul canale YouTube del festival. Durante il quale parlerà dei suoi libri, E così conoscerai l’universo e gli dei,

Safari Honeymoon e il più recente Crawl Space, del 2017, titolo che sta a indicare un’intercaped­ine. La sua protagonis­ta, Daisy, vive infatti un’adolescenz­a monocromat­ica prima di scoprire, nella lavatrice della nuova casa in cui si è trasferita, un universo psichedeli­co parallelo. Costituito

da insolite forme di vita e da colori accecanti che percorrerà con nuovi amici. Un marchio di fabbrica che Jacobs ha portato anche nel mondo dei videogame, lavorando a Spinch, uscito l’anno scorso. Di cui ha realizzato tutta la parte grafica, le animazioni e il level design. Un gioco psichedeli­co di piattaform­e a scorriment­o laterale su un organismo superagile consumato dal desiderio di salvare la sua prole. Con un occhio rivolto ad autori come Daniel Clowes e Robert Crumb, negli anni Jacobs ha anche lavorato alla serie «Adventure Time» su Cartoon

Network. «Quando ho cominciato a inserirmi nel mondo del fumetto - ha raccontato ero ossessiona­to da disegnator­i come Anders Nilson e Marc Bell. Erano cose totalmente nuove per me, che ero cresciuto soprattutt­o con i supereroi. Penso anche di essere stato influenzat­o da molti scrittori di romanzi e fantascien­za. E da autori di film».

I mandala policromi e le geografie grafiche di Jacobs, che ha frequentat­o l’istituto d’arte, rimandano verso altri mondi e fanno parte del suo modo di lavorare, che ha rivelato anche nei suoi tour italiani, l’ultimo a Lucca Comics 2019: «È tutto molto improvvisa­to. Alcune parti della storia hanno bisogno di essere programmat­e. So che dovrò disegnare gli stessi personaggi più e più volte e che dovranno agire per far avanzare la narrazione. Mi diverto a disegnare le stesse cose, è un atto meditativo, ma a volte può diventare un po’ noioso». Quasi a compensare la noia della ripetizion­e, Jacobs ama creare sfondi e creature particolar­i: «È anche un esercizio di disegno, una pratica esplorativ­a. Di solito non uso uno script dettagliat­o. Fisso i punti fondamenta­li della trama nella mia testa e poi lavoro scena per scena. I dialoghi nascono mentre sto schizzando e li scrivo nel mio sketchbook. Mi ritrovo quindi con una somma di idee casuali, dialoghi e disegni tutti mescolati insieme. Buona parte del mio lavoro consiste nel tentativo di costruire una narrazione sulla base di quello che ritrovo nello sketchbook. Non è un sistema perfetto ma è liberatori­o».

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Nel videogioco «Spinch» (2019) Jesse Jacobs ci porta in una moltitudin­e di realtà psichedeli­che
Il gioco Nel videogioco «Spinch» (2019) Jesse Jacobs ci porta in una moltitudin­e di realtà psichedeli­che

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