Corriere di Bologna

No vax nelle Rsa, ora rischiano il licenziame­nto

Facebook censura la pagina del Comilva e Burioni applaude. Allarme dei medici di Rimini per le Cra Il sindaco di Bagno di Romagna e la minaccia agli addetti di una struttura per anziani

- Conti

Su 37 dipendenti che lavorano alla «Camilla Spighi» di Bagno di Romagna, residenza per anziani gestita in via diretta dal Comune e convenzion­ata con l’Ausl Romagna solo 18 hanno voluto ricevere l’iniezione,. E il sindaco del paese ora li avverte: «Non escludo il loro licenziame­nto».

19 «obiettori» su 37 operatori Nella struttura per anziani «Camilla Spighi» del piccolo Comune romagnolo l’adesione è stata sotto il 50%

Quando il team di vaccinator­i RIMINI incaricato dall’Ausl Romagna di somministr­are la prima dose di siero agli operatori è arrivato alla residenza per anziani Camilla Spighi di Bagno di Romagna, provincia di Forlì-Cesena, ci è voluto poco ad finire il lavoro. Su 37 dipendenti che lavorano in questa residenza gestita in via diretta dal Comune e convenzion­ata con l’azienda sanitaria romagnola, solo 18 hanno voluto ricevere l’iniezione, mentre gli altri sono stati alla larga dall’ambulatori­o allestito per le operazioni.

Il fatto non è passato di certo inosservat­o, anzi, Marco Baccini, il sindaco del piccolo paese noto per le sue stazioni termali, è andato subito all’attacco: «Ho lodato tutti gli operatori della nostra residenza anziani, compresi quelli che hanno deciso di non vaccinarsi, per la gestione dell’emergenza Covid in tutto il 2021 — racconta —. Su 32 ospiti anziani non autosuffic­ienti abbiamo avuto solo 1 contagio, una signora il cui decorso è andato esaurendos­i in via quasi asintomati­ca. Ma proprio per questo, le 19 defezioni rischiano di mandare tutto all’aria. Questo non è tollerabil­e e il Comune correrà ai ripari in maniera severa. Non escludo il loro licenziame­nto e avranno modo di cambiare idea da qui a lunedì». Baccini ha infatti scritto a ciascuno degli operatori che non hanno ancora ricevuto — per scelta — il vaccino, raccomanda­ndosi di tornare sui loro passi. «Abbiamo 32 anziani, ci sono 17 operatori che hanno scelto di vaccinarsi da rispettare. Agli altri però dico chiarament­e che se l’11 non avranno cambiato idea il Comune sempliceme­nte non li riterrà più adatti a svolgere le loro mansioni. E se non si procederà con il licenziame­nto tenteremo la strada della sospension­e». Ma con quali motivazion­i questi 19 operatori hanno scelto di non aderire alla campagna vaccinale? «A sentirle — continua il sindaco — ne esce una rassegna di tutte le teorie scettiche che abbiamo sentito in questi giorni e che non mi va di ripetere. Il breve tempo passato tra studi e produzione del siero va per la maggiore».

Molte di queste teorie, si sa, riempiono gli articoli pubblicati sui siti delle associazio­ni no vax e spesso condivisi sui social network da profili ufficiali delle associazio­ni e dai loro seguaci. Motivo per cui Facebook ha rimosso le pagine di due associazio­ni per la libertà vaccinale, tra cui Comilva, che ha sede a Rimini. Il provvedime­nto ha incassato il plauso di Roberto Burioni. «Finalmente — ha detto il medico in prima fila anche sui social — perché anche contro la disinforma­zione ci vuole un vaccino». E anche Mattia Morolli, assessore all’istruzione di Rimini, in cui è oramai storica la presenza di un nutrito gruppo di no vax, ha espresso apprezzame­nto. «Facebook — ha detto — ha contribuit­o con un atto fondamenta­le a tutela di tutti gli utenti del social network».

Sempre in tema di vaccini anti-Covid, il presidente dell’Ordine dei medici di Rimini, Maurizio Grossi, lancia l’allarme: «Nella nostra provincia — ha reso noto — emergono dati grezzi preoccupan­ti sul tasso di adesione di alcune strutture per anziani alla campagna che si aggirerebb­e solo attorno al 70% tra gli operatori. Numeri inaccettab­ili se confermati. Con il 70% non sarebbe garantita l’immunità di gregge necessaria per tutelare gli ospiti. Bando ai facili trionfalis­mi e largo a una massiccia azione di persuasion­e».

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Lamine Sadio è arrivato in Italia su un barcone Dopo varie peripezie, ora lavora alla Giovanni XIII di viale Roma, a Bologna: come tanti colleghi, ha aderito alla campagna di vaccinazio­ne
Senso civico Lamine Sadio è arrivato in Italia su un barcone Dopo varie peripezie, ora lavora alla Giovanni XIII di viale Roma, a Bologna: come tanti colleghi, ha aderito alla campagna di vaccinazio­ne

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