Caso Borgonzoni, imbarazzo Lega: «Ma resta dov’è»
Sui social centinaia di post contro la senatrice leghista. I colleghi: no comment. Ma Scarano: no problem
No comment, telefoni che squillano a vuoto e difese d’ufficio. Il giorno dopo l’articolo del Corriere di Bologna sull’anno del Consiglio comunale in smart-working, che ha assegnato a Lucia Borgonzoni la maglia nera del 100% di assenze, nella Lega si respira imbarazzo. Sui social è bufera sulla senatrice e consigliera leghista. Critiche dal Pd nazionale: «Assenteismo vergognoso». Ma il commissario Ostellari la blinda: «Il doppio incarico è un’opportunità».
No comment, telefoni che squillano a vuoto e difese d’ufficio. Il giorno dopo l’articolo del Corriere di Bologna sull’anno del Consiglio comunale in smart-working, che ha assegnato a Lucia Borgonzoni la maglia nera del 100% di assenze, nella Lega si respira imbarazzo se non peggio. Sui social è bufera sulla senatrice leghista: centinaia i post, purtroppo anche offensivi, per stigmatizzare l’assenteismo dell’ex sfidante di Stefano Bonaccini, che poco più di un anno fa rinunciò alla leadership dell’opposizione in Regione per restare in Senato (i due incarichi sono incompatibili). Al contrario Borgonzoni, che ieri ha dribblato interviste e dichiarazioni, resta determinata a rimanere in Consiglio comunale a Bologna. Dove a bordo campo attende sconsolato Hendrik Atti, primo dei non eletti: «Un anno fa, a ridosso delle Regionali, dalla Lega mi dissero di prepararmi. Poi più nulla».
Tra i colleghi del gruppo consiliare il disagio sul tema è tangibile. Umberto Bosco si ripara dietro un diplomatico «no comment», il telefono di Mirka Cocconcelli intanto squilla a vuoto fino a sera. L’onere della prima difesa spetta alla capogruppo Francesca Scarano. «Il lavoro di consigliere non è solo presenza, tante questioni spinose sono emerse nella discussione consiliare grazie alle interrogazioni e alle interpellanze fatte da Lucia», assicura Scarano, per cui l’en plein di assenze della collega senatrice non è un problema. «È chiaro che nel gruppo ci auguriamo che siano presenti tutti i consiglieri, ma una o più assenze non cambiano comunque l’esito delle votazioni in aula.
La matematica non è un’opinione», allarga le braccia la capogruppo.
Al commissario della Lega Emilia, Andrea Ostellari, il difficile compito di indicare un bicchiere vuoto e farlo sembrare, quantomeno, mezzo pieno. «Avere un consigliere comunale che è anche senatore non è uno svantaggio, ma un’opportunità», assicura Ostellari, rivendicando che a Roma Borgonzoni «ha fatto e sta facendo molto». E in Consiglio comunale a Bologna? «Produce accessi agli atti e interrogazioni, 344 nell’ultimo triennio, contribuendo a mettere in luce le incapacità di una giunta ormai al capolinea». Casomai, conclude il senatore chiamato da Salvini a traghettare la Lega bolognese verso le prossime elezioni, «quello che ci chiediamo è cosa faccia Merola e perché non partecipi alle assemblee consiliari».
Tra i corridoi (virtuali) di Palazzo d’Accursio c’è chi dice che proprio le 11 presenze del sindaco in aula, secondo per assenze dopo Borgonzoni, siano il motivo per cui i dem bolognesi non si siano sbracciati ieri nell’attaccare la leghista. Al contrario del Pd nazionale. «Quando la campagna elettorale finisce, finisce anche lo show. E alle parole, le tante parole, seguono i fatti. I fatti di un assenteismo vergognoso di individui che percepiscono i territori non come comunità da governare, ma zone da conquistare», ha scritto sui social Marco Furfaro, responsabile Comunicazione del Nazareno.
Vicinissima a Salvini, che la volle candidata a Bologna nel 2016 e alle Regionali nel 2020, Borgonzoni resta inattaccabile
A bordo campo
Hendrik Atti, primo dei non eletti, ormai non spera più: «Mi dissero preparati, poi più nulla»
dai compagni di partito. «La verità? A Bologna non la vediamo da mesi», confessa a taccuini chiusi un esponente del Carroccio. E così Hendrick Atti, noto tassista bolognese con il pallino per la sicurezza e la lotta al degrado, sembra condannato ad aspettare Godot. Primo dei non eletti per la Lega, spetterebbe a lui il posto in Consiglio comunale se Borgonzoni di dimettesse. «Con le Regionali mi avevano detto di tenermi pronto e io avevo dato la mia piena disponibilità, poi è andata male», racconta Atti. «Non sono arrabbiato, ma penso che se prendi un impegno lo devi portare fino in fondo. Si poteva lasciare spazio a un’altra persona, ma forse non vengo ritenuto all’altezza e mi dispiace».