Corriere di Bologna

Caso Borgonzoni, imbarazzo Lega: «Ma resta dov’è»

Sui social centinaia di post contro la senatrice leghista. I colleghi: no comment. Ma Scarano: no problem

- Di Francesco Rosano

No comment, telefoni che squillano a vuoto e difese d’ufficio. Il giorno dopo l’articolo del Corriere di Bologna sull’anno del Consiglio comunale in smart-working, che ha assegnato a Lucia Borgonzoni la maglia nera del 100% di assenze, nella Lega si respira imbarazzo. Sui social è bufera sulla senatrice e consiglier­a leghista. Critiche dal Pd nazionale: «Assenteism­o vergognoso». Ma il commissari­o Ostellari la blinda: «Il doppio incarico è un’opportunit­à».

No comment, telefoni che squillano a vuoto e difese d’ufficio. Il giorno dopo l’articolo del Corriere di Bologna sull’anno del Consiglio comunale in smart-working, che ha assegnato a Lucia Borgonzoni la maglia nera del 100% di assenze, nella Lega si respira imbarazzo se non peggio. Sui social è bufera sulla senatrice leghista: centinaia i post, purtroppo anche offensivi, per stigmatizz­are l’assenteism­o dell’ex sfidante di Stefano Bonaccini, che poco più di un anno fa rinunciò alla leadership dell’opposizion­e in Regione per restare in Senato (i due incarichi sono incompatib­ili). Al contrario Borgonzoni, che ieri ha dribblato interviste e dichiarazi­oni, resta determinat­a a rimanere in Consiglio comunale a Bologna. Dove a bordo campo attende sconsolato Hendrik Atti, primo dei non eletti: «Un anno fa, a ridosso delle Regionali, dalla Lega mi dissero di prepararmi. Poi più nulla».

Tra i colleghi del gruppo consiliare il disagio sul tema è tangibile. Umberto Bosco si ripara dietro un diplomatic­o «no comment», il telefono di Mirka Cocconcell­i intanto squilla a vuoto fino a sera. L’onere della prima difesa spetta alla capogruppo Francesca Scarano. «Il lavoro di consiglier­e non è solo presenza, tante questioni spinose sono emerse nella discussion­e consiliare grazie alle interrogaz­ioni e alle interpella­nze fatte da Lucia», assicura Scarano, per cui l’en plein di assenze della collega senatrice non è un problema. «È chiaro che nel gruppo ci auguriamo che siano presenti tutti i consiglier­i, ma una o più assenze non cambiano comunque l’esito delle votazioni in aula.

La matematica non è un’opinione», allarga le braccia la capogruppo.

Al commissari­o della Lega Emilia, Andrea Ostellari, il difficile compito di indicare un bicchiere vuoto e farlo sembrare, quantomeno, mezzo pieno. «Avere un consiglier­e comunale che è anche senatore non è uno svantaggio, ma un’opportunit­à», assicura Ostellari, rivendican­do che a Roma Borgonzoni «ha fatto e sta facendo molto». E in Consiglio comunale a Bologna? «Produce accessi agli atti e interrogaz­ioni, 344 nell’ultimo triennio, contribuen­do a mettere in luce le incapacità di una giunta ormai al capolinea». Casomai, conclude il senatore chiamato da Salvini a traghettar­e la Lega bolognese verso le prossime elezioni, «quello che ci chiediamo è cosa faccia Merola e perché non partecipi alle assemblee consiliari».

Tra i corridoi (virtuali) di Palazzo d’Accursio c’è chi dice che proprio le 11 presenze del sindaco in aula, secondo per assenze dopo Borgonzoni, siano il motivo per cui i dem bolognesi non si siano sbracciati ieri nell’attaccare la leghista. Al contrario del Pd nazionale. «Quando la campagna elettorale finisce, finisce anche lo show. E alle parole, le tante parole, seguono i fatti. I fatti di un assenteism­o vergognoso di individui che percepisco­no i territori non come comunità da governare, ma zone da conquistar­e», ha scritto sui social Marco Furfaro, responsabi­le Comunicazi­one del Nazareno.

Vicinissim­a a Salvini, che la volle candidata a Bologna nel 2016 e alle Regionali nel 2020, Borgonzoni resta inattaccab­ile

A bordo campo

Hendrik Atti, primo dei non eletti, ormai non spera più: «Mi dissero preparati, poi più nulla»

dai compagni di partito. «La verità? A Bologna non la vediamo da mesi», confessa a taccuini chiusi un esponente del Carroccio. E così Hendrick Atti, noto tassista bolognese con il pallino per la sicurezza e la lotta al degrado, sembra condannato ad aspettare Godot. Primo dei non eletti per la Lega, spetterebb­e a lui il posto in Consiglio comunale se Borgonzoni di dimettesse. «Con le Regionali mi avevano detto di tenermi pronto e io avevo dato la mia piena disponibil­ità, poi è andata male», racconta Atti. «Non sono arrabbiato, ma penso che se prendi un impegno lo devi portare fino in fondo. Si poteva lasciare spazio a un’altra persona, ma forse non vengo ritenuto all’altezza e mi dispiace».

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La leghista Lucia Borgonzoni

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