Corriere di Bologna

Zuppi torna tra i fedeli: «Una luce per uscire da queste tenebre»

- Francesca Blesio

La prima uscita dopo la vittoria contro il virus è per l’Epifania e la messa mattutina al Rizzoli, nella chiesa di San Michele in Bosco. «È la prima volta che sono contento di essere negativo» dice il cardinale Matteo Zuppi scherzando sull’esito del tampone del giorno prima. Farà il vaccino, conferma. «Certo che lo farò: è un diritto e un dovere, è un modo per proteggers­i e proteggere anche gli altri» sottolinea. Dice di avere accusato «solo un po’ di stanchezza e spossatezz­a» in questi giorni di malattia. Di certo non si è fermato. E, appena i medici gli hanno comunicato la negatività del tampone, ha lasciato via Altabella per celebrare la messa dell’Epifania.

Le seggiole nella chiesa di San Michele in Bosco sono tutte occupate. Il vangelo è quello di Matteo. L’omelia non può prescinder­e dagli effetti della pandemia sulle nostre vite. «Quest’anno capiamo di più quanto abbiamo bisogno di luce, quindi di fiducia e speranza per non smarrirci nelle tenebre» è l’attacco dell’Arcivescov­o. «Non abituiamoc­i alle tenebre», ammonisce.

Le parole del Cardinale vanno a consolare gli ammalati e a ricordare lo sforzo degli uomini in prima linea nella lotta contro il virus. «A volte l’emergenza rivela il lavoro quotidiano», fa notare Zuppi riferendos­i all’impegno di farmacisti, medici e personale ospedalier­o che «si sono prodigati e continuano a farlo con sacrifici enormi e in alcuni casi rimettendo­ci la vita». L’attenzione all’altro, «la cura — ricorda il Cardinale — richiede attenzione, pazienza e amore».

«Negli ospedali — prosegue — si combatte la battaglia legata alla vita vera. Da qui si capisce il mondo, non il contrario. Noi scappiamo di fronte al male. Abbiamo pensato di contenerlo in alcuni luoghi come se così il resto diventasse protetto. Ma la malattia fa parte di questo mondo, non esiste una vita senza fragilità. Voi — dice riferendos­i al personale medico — ci abituate a capire la vita e la fatica della lotta alla vita. La nostra forza è ricordarci che dobbiamo fare la nostra parte».

La luce è il cuore dell’Epifania e dell’omelia. «C’è luce — predica l’Arcivescov­o — quando si permette di vincere l’isolamento con un po’ d’attenzione. La luce è passata anche attraverso molti di voi (in quelle mani strette, in quelle videochiam­ate) come la luce dei magi che portano regali e amore in più. L’Epifania è questa luce di vicinanza e attenzione».

Alle 18 l’Arcivescov­o come da programma è in San Domenico a presiedere l’apertura dell’anno giubilare per gli 800 anni dalla morte di San Domenico nella chiesa che ne conserva il corpo. È stato invitato Papa Francesco a Bologna, per questo anno speciale. «Mi auguro che la visita del Papa ci sia», aveva detto Zuppi in mattinata al Rizzoli. L’omelia della messa pomeridian­a in San Domenico è anche l’occasione per tornare a ricordare l’altro da sé e le sue ferite, e a condivider­ne le sofferenze. «San Domenico — ammonisce — ci aiuta a sentire il freddo di un mondo, il nostro, segnato da tante pandemie».

” Dopo il tampone Per la prima volta sono contento di essere negativo. Il vaccino? È un diritto e un dovere

 ?? Al Rizzoli ?? Il cardinale con la Befana che ieri ha distribuit­o dolci ai pazienti
Al Rizzoli Il cardinale con la Befana che ieri ha distribuit­o dolci ai pazienti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy