Corriere di Bologna

Maestri contro

Pirlo e Mihajlovic detengono il record della serie A per gol su punizione (28 reti). Domenica alle 12.30 si sfideranno per la prima volta da allenatori

- Alessandro Mossini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La sfida tra i migliori cecchini della serie A ora si sposta sulle panchine: il primo confronto diretto da allenatori tra Sinisa Mihajlovic e Andrea Pirlo in programma domenica a Torino è anche la battaglia tra i due principali bomber su punizione nella storia del campionato italiano. Il sinistro-dinamite di Sinisa, l’unico capace di fare una tripletta su punizione diretta (LazioSampd­oria 5-2, dicembre 1998), e il destro dell’ex trequartis­ta diventato regista d’elite, sempre pronto a beffare i portieri con le sue «maledette»: stili diversi anche nell’eccellere sui calci da fermo, specialità della casa sottolinea­ta dal primo posto a braccetto nei gol segnati in serie A da punizione diretta, 28 reti a testa. Tutti gli altri guardano dal basso, compresi fenomeni del calibro di Del Piero (22), Baggio e Totti (21).

Un primato condiviso che sorride maggiormen­te a Mihajlovic, sia per una questione di presenze (28 reti in 315 partite in A, contro le 493 di Pirlo) sia per un dubbio su una punizione dello juventino che balla sul filo dell’autogol e che lo lascerebbe a 27. Lo stesso tecnico serbo, nel 2013, alla domanda su chi fosse più bravo dei due nel calciare le punizioni rispose in modo netto: «Io, non scherziamo…se contiamo anche quelle segnate in Serbia, Pirlo deve rinascere per raggiunger­mi». Una battuta dettata per lo più dal fatto che Mihajlovic tenesse a quel primato, come ha più volte ammesso, che da una vera e propria rivalità.

A giugno, inoltre, proprio Mihajlovic è stato tra i maestri di Andrea Pirlo al Master Uefa Pro di Coverciano. Una lezione in streaming sulle proprie metodologi­e a chi in quel momento stava studiando per iniziare dalla serie C e dalla Juventus Under 23, salvo poi trovarsi catapultat­o sulla panchina della squadra campione d’Italia. «Lavorate sempre sulla mentalità», fu uno dei consigli di Sinisa a quel corso, spiegando involontar­iamente al futuro allenatore bianconero che il suo Bologna andrà comunque a giocarsela in casa Juve senza alcun timore reverenzia­le.

Mihajlovic vuole una squadra coraggiosa, rafforzata nelle convinzion­i dai tre punti ottenuti contro il Verona e pronta ad approfitta­re del momento non scintillan­te della Juventus, pur parzialmen­te rinfrancat­a dalla vittoria di metà settimana nella Supercoppa contro il Napoli: il primo trofeo conquistat­o da Pirlo come allenatore cambierà ben poco nell’approccio rossoblù. E nella sfida di dopodomani Mihajlovic cercherà anche di spezzare la maledizion­e Juventus: ai bianconeri il serbo non ha mai segnato da giocatore — e sono poche le squadre rimaste imbattute contro di lui, specie sulle punizioni — mentre da allenatore ha ottenuto solo una vittoria in diciotto confronti diretti. Il colpaccio riuscì nel 2009, vincendo con il Catania 2-1 sul campo della Juve di Ciro Ferrara, poi cinque pareggi (due con la Fiorentina, uno con Catania, Sampdoria e Torino) e dodici sconfitte, compresa quella nell’unico incrocio in Coppa Italia che gli costò l’esonero in granata dopo il derby della Mole. Con il Bologna non ha ancora fatto punti contro i campioni d’Italia e quella di domenica è un’occasione che proverà a sfruttare: ci vorrebbe una punizione alla Sinisa, per avere la meglio sul «Maestro» bianconero.

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