Corriere di Bologna

Western, noir, Fellini Un anno a fumetti

Da Manara a Ortolani, da Zaghi a Ratigher: tutte le uscite

- di Piero Di Domenico

Anche il fumetto celebrerà con un po’ di ritardo il centenario della nascita di Federico Fellini, bruscament­e interrotto l’anno passato a causa della pandemia. Tra le uscite di graphic novel più attese in questo nuovo anno figura senz’ombra di dubbio la riproposiz­ione delle tavole che Milo Manara ha realizzato negli anni insieme al regista riminese. Il volume Felliniana, annunciato per l’aprile prossimo da Feltrinell­i Comics, aprirà la nuova collana «Biblioteca Manara». Con edizioni realizzate su carte pregiate e supervisio­nate dallo stesso disegnator­e veneto, dotate di un ricchissim­o apparato di fotografie e immagini inedite. Manara, che un mese fa ha ricevuto il premio «Un felliniano nel mondo» attribuito­gli dall’«Amarcort Film Festival» di Rimini, aveva trovato un’immediata sintonia con Fellini, anch’egli appassiona­to disegnator­e nonché vignettist­a in gioventù. Il regista amava rievocare spesso quella passione in lui mai sopita: «Il mio amore per il fumetto si perde nella notte

” Rifacevo finché le immagini non erano come diceva Federico

dei tempi. È stato il primo contatto con un mondo immaginato che si esprimeva con le matite, con le penne, con i colori. Qualche cosa che non aveva a che fare con la scuola, con la chiesa, con la famiglia». Non a caso proprio al fumetto Fellini aveva finito per affidare alcuni dei suoi progetti mai realizzati sul set. Come Viaggio a Tulum, uscito per la prima volta nel 1989 sulle pagine del Corriere e inserito anche nella nuova pubblicazi­one. In cui Manara ricorderà le difficoltà incontrate con Fellini, «per il fatto che era incontenta­bile in quanto aveva già nella testa le sue immagini. E finché le immagini che io disegnavo non combaciava­no esattament­e con quelle che aveva in testa lui bisognava continuame­nte rifarle. Un po’ come accadeva quando girava i suoi film: faceva spesso ripetere più volte le stesse scene». Nel 1992 era poi uscita la prima parte della seconda collaboraz­ione fumettisti­ca fra i due, Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet. Nell’ultima tavola era però comparsa per errore la parola «fine», scaramanti­camente mai utilizzata da Fellini in nessuno dei suoi film. Il regista l’aveva interpreta­to come un segno del destino mettendo fine alla realizzazi­one delle altre due parti, di cui pure doveva essere composto il fumetto.

Sempre in primavera è atteso Matana, il nuovo progetto inedito di Leo Ortolani che si svilupperà in 6 uscite. Denso di atmosfere spaghetti-western grazie a richiami, cliché e citazioni di quelle saghe che spopolavan­o tra gli anni ’60 e ‘’70, prende il nome dal protagonis­ta, che raccoglie, sin dal nome, i tratti del popolare Rat-Man. Con un occhio, ha ammesso lo stesso Ortolani, a Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e C’era una volta il West,

ma anche ‘Django e una spruzzata di altri western spaghetti minori, come I quattro dell’Ave Maria o cose tipo Arriva Sartana, prendi la pala e scavati la fossa, cose così».

Il 2021 porterà in dote anche un nuovo lavoro di Lorenzo Zaghi, origini ferraresi prima del liceo artistico a Modena e della Scuola di comics a Reggio Emilia. Dopo L’uomo delle valigie, ancora insieme a Marco Nucci, sceneggiat­ore dalle radici nell’Appennino bolognese, ecco il cupo La voce del terrore, ambientato a Manhattan negli anni ’40 e con un conduttore radiofonic­o come protagonis­ta. Questo dovrebbe essere anche l’anno buono per la raccolta Intanto altrove di Ratigher, direttore editoriale di Coconino Press. Raccolta delle sue strisce pubblicate negli anni sul sito Vice e definite come «il primo fumetto in cui accade tutto nel medesimo istante». Nel senso che ogni vignetta racconta una storia e tutte le storie accadono nello stesso momento. Giulio Macaione, origini siciliane ma di stanza a Bologna, sta invece ultimando Scirocco (Bao Publishing), storia tormentata di una teenager e di suo padre, gay e single, tra Venezia e le Madonie. Il nuovo anno dovrebbe vedere infine il ritorno di Fumettibru­tti dopo il successo di Anestesia, ma questa volta solo nelle vesti di sceneggiat­rice.

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Da sinistra una delle tavole di «Felliniana» di Milo Manara, legatissim­o al regista riminese «La voce del terrore» di Lorenzo Zaghi ambientato a Manhattan negli anni ‘40
Il profilo inconfondi­bile di Ratman, nella nuova avventura concepita come un western da Leo Ortolani, «Matana» che si svilupperà in sei uscite «Intanto altrove» di Ratigher, direttore editoriale di Coconino Press Un progetto al quale Ratigher lavora da anni
Matite 2021 Da sinistra una delle tavole di «Felliniana» di Milo Manara, legatissim­o al regista riminese «La voce del terrore» di Lorenzo Zaghi ambientato a Manhattan negli anni ‘40 Il profilo inconfondi­bile di Ratman, nella nuova avventura concepita come un western da Leo Ortolani, «Matana» che si svilupperà in sei uscite «Intanto altrove» di Ratigher, direttore editoriale di Coconino Press Un progetto al quale Ratigher lavora da anni

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