Corriere di Bologna

Nuovi vaccini, stop fino al 7 febbraio

Il Comune: fino ad allora sono bloccate le nuove prenotazio­ni: si prosegue solo con le Cra e con le seconde dosi

- Giordano

La campagna vaccinale contro il Covid-19 a Bologna e nella sua provincia rimarrà «congelata» fino al 7 febbraio, quando per quelle categorie attualment­e coinvolte dalle somministr­azioni — personale sanitario, dipendenti degli ospedali e anziani delle rsa — sarà possibile ripartire con le prenotazio­ni. Sono 1.400 per persone già in lista ma che dovranno spettare.

Fino al 7 febbraio a Bologna si faranno solo le iniezioni per il richiamo, poi si riaprirann­o le prenotazio­ni

La campagna vaccinale contro il Covid-19 a Bologna e nella sua provincia rimarrà «congelata» fino al 7 febbraio, quando per quelle categorie attualment­e coinvolte dalle somministr­azioni — personale sanitario, dipendenti degli ospedali e anziani delle rsa — sarà possibile ripartire con le prenotazio­ni. Prima di quel giorno si proseguirà «con il completame­nto del ciclo» e quindi con le seconde dosi di siero a chi in queste prime settimane aveva già ricevuto la prima iniezione. Ad aggiornare il cronoprogr­amma dei vaccini sotto le Due Torri, che come in tutta la regione stanno pesantemen­te rallentand­o a causa dei ritardi nelle forniture dei lotti del farmaco prodotto dalla Pfizer-Biontech, è stato l’assessore comunale alla

” Barigazzi Si è rimodulata la programmaz­ione in modo da offrire la seconda dose di vaccino almeno 21 giorni dopo la data di somministr­azione della prima

Sanità, Giuliano Barigazzi. «Si è rimodulata la programmaz­ione in modo da offrire la seconda dose di vaccino almeno 21 giorni dopo la data di somministr­azione della prima — ha chiarito in question time —. Allo stesso tempo, per garantire un’adeguata scorta di vaccini necessari al raggiungim­ento dell’obiettivo, l’esecuzione della prima dose alle persone già prenotate è stata momentanea­mente rimandata». Dal 7 febbraio, dunque, «saranno riaperte le prenotazio­ni, richiamand­o nel contempo le 1.400 persone già in lista per le prime dosi e si fisseranno gli appuntamen­ti ai 2.200 tra medici liberi profession­isti odontoiatr­i che avevano chiamato il numero telefonico dedicato e ai circa 300 delle profession­i sanitarie. A oggi le dosi somministr­ate sono 30.827 prime dosi e 265 seconde, un risultato particolar­mente significat­ivo».

Intanto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, chiede di aprire un confronto per porre all’attenzione la possibilit­à di introdurre un «patentino vaccinale». «È bene ragionarci — osserva Bonaccini —. Mi farebbe piacere che si aprisse una discussion­e seria su questo. Nel proporlo penso in particolar­e a tutte

In lista d’attesa

1.400 le persone già in lista per le prime dosi; 2.200 i medici liberi profession­isti e odontoiatr­i che si sono detti disponibil­i a farlo

quelle attività che stanno soffrendo per le chiusure e che potrebbero offrire dei servizi a chi non rischia più nulla».

La piattaform­a messa a disposizio­ne dalla Regione ieri pomeriggio segnalava da Piacenza a Rimini il raggiungim­ento dei 125.536 vaccini somministr­ati, con un incremento di soli 1.063. Di fatto come testimonia­to dai dati elaborati dall’Università Cattolica da quando sono iniziate le difficoltà nel reperiment­o dei vaccini Pfizer il potenziale medio dell’Emilia-Romagna è passato dalle 9.000 vaccinazio­ni quotidiane a 4.500 (il 50%): la ricerca assegna però alla nostra regione alcuni dei parametri più alti in molte voci comprese quelle dei bandi pubblicati per reperire il personale. In tutta la regione se non ci si è fermati si sta comunque procedendo a passo lento. Bonaccini, sul tema ha confermato la piena collaboraz­ione al governo e al commissari­o straordina­rio Domenico Arcuri in qualunque azione intenderan­no prendere nei confronti dei fornitori inadempien­ti: «Come Regioni siamo al loro fianco per tornare al rispetto degli accordi firmati. Pfizer ha garantito che ripartirà la distribuzi­one, ma visto che non hanno mantenuto quello che avevano promesso, prima di dire che torneranno a garantire tutto aspetterei. Intanto l’accordo sulla redistribu­zione che abbiamo raggiunto come Regioni ci permette di affrontare in modo più equo il taglio».

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