Corriere di Bologna

TUTTI I NIPOTI DEL MONDO

- Di Vittorio Monti

Per capirci subito: non sono iscritto al partito dei no vax. Però proclamo: «Non a me. Non subito». Se è rimasta soltanto una dose, vaccinate prima un giovane. Mica sono stanco della vita, né mi piace bleffare con il virus. Ma sono stanco, stanchissi­mo di sentir dire che i vecchi sono egoisti. L’egoismo è un dono (?) di natura. Insomma, si nasce. Poco alla volta il tempo lo mitiga. Di solito si spegne con l’arrivo del primo figlio. Quando alla porta della vita bussa il/la nipote, diventa cenere: da questa polvere cresce un irreversib­ile altruismo. Sono pronto a querelare lo stolto che calpesti l’ovvio: un nonno mai pretenderà l’iniezione per prolungare il suo snervato dna a scapito di quello in piena fioritura della nuova pianta. Ma non basta. Occorre una affollata class action per mettere a tacere i mestatori anagrafici. I fanatici del Bartali contro Coppi, del Mazzola contro Rivera, del Messi versus Ronaldo. Quelli schiavi del bisogno di contrappos­izione, del muro contro muro. Quelli che non pensano ma parlano. I vecchi dentro le Rsa non fanno scioperi o proteste, non reclamano la benevolenz­a di Arcuri. Semmai, la clemenza dal cielo, e davvero è il minimo.

Si sarebbero accontenta­ti di restare protetti, nelle case appunto protette, se fossero state sigillate a prova di virus. Adesso affaccenda­rsi con Pfizer e affini serve molto a placare la coscienza, che non seppe garantire a tempo debito l’impermeabi­lità. Quest’umanità dolente non se l’è cercato il Covid, non si è infilata nei rischi della movida. Tutt’altro: immobile, inerte, remissiva, fiduciosa. Eppure, nel mondo che era bello, ora c’è qualcuno, e poi due, tre, sempre di più, che bolla questo prossimo debole come ladro di vaccini. E i vaccinator­i come sciuponi insensati. Mentre prolifera la mala erba dei bastian contrari, i no mask, no dad, no vax, no questo e no quello, tanto per stare sempre all’opposizion­e, per vedere piatta la terra mentre di appiattita c’è solo l’intelligen­za, alzo forte e chiaro il «non a me». Rinuncio al vaccino se manca per mia nipote, per tutte i nipoti di tutti i nonni del mondo. C’è chi si è dato fuoco per una giusta causa, Jan Palach per protesta contro i carri armati sovietici, anni prima un monaco buddista si fece falò a Saigon. Oggi non c’è eroismo ma normale consapevol­ezza nel mettersi da parte, nel lasciare ai giovani i posti nelle scialuppe di salvataggi­o. Dire prima le donne e i bambini era l’orgoglio degli uomini forti. Un orgoglio che nella bufera pandemica rivendican­o anche quelli con muscoli ormai lassi. Per fortuna il coraggio non si valuta con i watt ma con quella strana e meraviglio­sa unità di misura chiamata sentimento. Conforta sapere che non sono e non saranno i ragazzi a invocare priorità vaccinali senz’anima. I cuccioli ancora ciechi sanno trovare i punti giusti e i nostri riescono presto a distinguer­e i veri colori del mondo. Nella loro idea di famiglia arcobaleno c’è sempre luce per tutti. Per questo sono i primi, a volte soli, a piangere quando grandi padri e grandi madri declinano.

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