Corriere di Bologna

Caiumi: «L’Emilia può correre veloce, Roma deve capirlo»

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sul Recovery Plan ci sono due importanti appuntamen­ti segnati in rosso nell’agenda del presidente di Confindust­ria Emilia, Valter Caiumi.

Primo: il confronto fra il governo e il numero uno di viale dell’Astronomia Carlo Bonomi che si svolgerà lunedì. Secondo: il faccia a faccia fra il premier Giuseppe Conte e i presidenti delle Regioni, ottenuto anche grazie al pressing di Stefano Bonaccini, in qualità di numero uno della Conferenza Stato-Regioni.

Sul tavolo: l’imponente piano di aiuti europei per l’Italia, da 209 miliardi di euro, e i progetti da presentare per i diversi territori. Le industrie che operano lungo la via

Emilia, e che nell’ultimo trimestre 2020 hanno ricomincia­to a registrare buone performanc­e e portafogli ordini in recupero, fremono. «Finalmente il governo, che non ci aveva mai interpella­to, ci incontra — sottolinea con moderato ottimismo Caiumi —. Speriamo questa volta ci ascolti perché le risorse in arrivo dall’Europa sono un’occasione che non possiamo perdere». Al confronto non ci sarà una delegazion­e emiliana, ma da via San Domenico Caiumi si sente di lanciare comunque una linea: «Abbiamo bisogno di pensare e promettere cose credibili fondate su capacità, conoscenza e coraggio». Un approccio che

” Speriamo questa volta ci ascoltino perché le risorse in arrivo dall’Europa sono un’occasione che non possiamo perdere

parrebbe trovare già una sponda in quanto dichiarato ieri ai sindacati dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo: «Con il Recovery Plan intendiamo adottare un piano strategico nazionale per le nuove competenze», ha assicurato.

Le priorità che indica Caiumi sono, in fondo, le stesse di Bonaccini: transizion­e ecologica e digitale «che poggino sulle giuste infrastrut­ture 4.0, ma anche sul completame­nto della viabilità e sulla decarboniz­zazione del tessuto imprendito­riale, che ha già dimostrato di avere grande sensibilit­à su questi temi». Temi su cui si potrà essere attrattivi se sarà valorizzat­a, anche attraverso la formazione permanente, la congiunzio­ne delle filiere. «Bonaccini ha il difficile compito — riconosce il presidente degli industrial­i emiliani — di far comprender­e che l’Italia è molto diversa e che non tutte le regioni sono uguali. Per rappresent­are l’Emilia-Romagna non sono sufficient­i i numeri, il nostro territorio ha velocità tali da potersi misurare ad armi pari con la Germania: Roma deve essere in grado di valorizzar­la adeguatame­nte affinché possa richiamare a sé più investimen­ti internazio­nali possibili». E la competitiv­ità italiana, secondo Caiumi, va tutelata anche sul fronte delle vaccinazio­ni: «La salute è al primo posto, ma al secondo c’è — precisa — la necessità di non subire penalizzaz­ioni rispetto al resto d’Europa. Ritengo che sul territorio nazionale, ma anche su quello regionale, esistano aziende che hanno le potenziali­tà per produrre vaccini e a cui si potrebbe concedere la licenza per farlo».

In più, Caiumi è dell’idea che nei territori particolar­mente vocati all’export, come il nostro, si potrebbe, «una volta vaccinate le categorie a rischio, dare attenzione a quelle figure profession­ali, tecnici o commercial­i, che girano il mondo e che hanno anche fare con il mercato internazio­nale».

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