L’Emilia verso il rosso Bonaccini: «Rischiamo di essere travolti»
Firmata l’odinanza per Bologna e Modena. Sorpresa asili: chiuderanno da lunedì. I parchi restano aperti per ora ma il Comune è pronto a intervenire Attesa per il verdetto di Cts e ministero domani. Bonaccini: «Non possiamo aspettare, vanno prese decisioni
L’Emilia-Romagna si avvicina al rosso totale. Intanto da oggi Bologna e Modena in lockdown. Bonaccini: «Scelte dure, ma rischiamo di essere travolti».
L’Emilia-Romagna si avvicina, come altre parti d’Italia, al rosso totale. Domani arriverà l’analisi settimanale della cabina di regia nazionale e il quadro sarà più chiaro. Ma il presidente Stefano Bonaccini ha deciso di correre da solo in quei territori in cui il contagio cresce esponenzialmente. Come Bologna e Modena, da oggi zone rosse, con Rt sopra l’1,25. «Al di là di quello che avverrà con le decisioni nazionali — ha detto ieri illustrando l’ordinanza per le due città —, non possiamo aspettare, perché il ministero registra dati più vecchi di almeno una settimana. Serve una risposta o rischiamo di essere travolti, dobbiamo prendere decisioni sofferte». Anche se l’ordinanza per Bologna e Modena indica il termine del 21 marzo, è impossibile fare previsioni: «Dobbiamo resistere, ora rispettiamo le regole. Il pericolo è ancora alto, ma confido che le restrizioni piegheranno la curva».
Se da oggi anche Reggio diventa «arancione scuro», a Bologna e Modena, con relative province, entrano in vigore le restrizioni da zona rossa. Negozi chiusi da oggi, tranne alimentari, farmacie, edicole, tabaccherie. Ma parrucchieri e barbieri saranno aperti fino a domani, data di scadenza dell’attuale Dpcm che da sabato sarà sostituito da quello nuovo. Stessa sorte anche per asili e materne: i bambini andranno fino a domani. Per il resto si potrà uscire solo per lavoro, necessità, questioni di salute. «Capisco il nervosismo di tutti — ha detto il sindaco di Bologna, Virginio Merola — ma sono stati troppo allentanti i comportamenti individuali. Ci sono Comuni intorno a Bologna
dove il numero di casi è molto alto». Anche per questo Merola ha deciso di restringere ulteriormente rispetto al nuovo Dpcm, vietando la vendita di alcolici dalle 18.
Sulle scuole ieri si è scatenato il caos, perché in Città metropolitana martedì era stata presa la decisione di chiudere asili e materne già da oggi. «Diamo il tempo alle famiglie per organizzarsi», ha detto ieri Merola. «Peccato che l’abbiamo saputo dalla stampa», ha replicato il sindaco di Valsafebbraio moggia Daniele Ruscigno. «C’è un gran problema di metodo e di sostanza», ha incalzato quello di Budrio Maurizio Mazzanti. In ogni caso, così come stanno facendo i presidi degli istituti comprensivi, anche nelle materne comunali Palazzo d’Accursio sta studiando l’organizzazione per accogliere alla materna i bambini disabili. Sui figli del personale sanitario, delle forze dell’ordine e delle categorie essenziali, nelle scuole comunali come nelle statali di ogni ordine e grado, Comuni e Regione stanno aspettando indicazioni dal governo. Ma una cosa è certa: molte scuole a Bologna sono già partite accogliendo anche gli alunni di queste categorie. Nonostante il pressing delle famiglie che hanno criticato la scelta della Regione di chiudere le scuole già da lunedì scorso, Bonaccini, forte dei dati delle ultime due settimane, ha difeso la scelta: «È dura chiedere agli studenti di rinunciare alla presenza e comprendiamo i disagi per le famiglie, ma il nuovo Dpcm e il parere del Cts indicano indispensabile intervenire nelle scuole, se il numero dei contagi supera i 250 su 100.000 abitanti». E solo a Bologna nella settimana 22-28
si è arrivati a 425 casi per 100.000 abitanti.
Sui parchi la Regione ha passato la palla ai sindaci. Non senza sottolineare: «In zona rossa non è necessario andarci», ha detto il sottosegretario alla presidenza della Regione, Davide Baruffi. Merola per ora non li chiude. Ma avverte: «Se vedo delle irresponsabilità, sarò costretto a farlo».
Bonaccini e l’assessore alla
Salute Raffaele Donini sono consapevoli che serve accelerare sulle vaccinazioni. Il presidente domani incontrerà il nuovo commissario per l’emergenza, il generale Figliuolo: «L’auspicio — ha detto — è che arrivino molti più vaccini». E ora la Regione guarda allo Sputnik: «Chiediamo chiarezza sul vaccino russo, se ha validità attendiamo l’approvazione e l’acquisto». Il ministero della Difesa intanto ha di fatto confermato i 15 hub vaccinali dell’Emilia-Romagna (Fiera e Unipol Arena per Bologna). Ma l’assessore Donini rimarca la performance regionale: «Qui siamo al 10% delle vaccinazioni italiane». I numeri: «Delle 559.350 dosi ricevute, ne sono state somministrate 409.940, il 73%». La quota restante è rappresentata da 77mila dosi di AstraZeneca ancora da somministrare: ne sono già state usate 7.020 per il personale scolastico e 55mila sono state consegnate ai medici di base; le altre 72mila sono quel 15% che la Regione conserva di scorta per le seconde dosi, la quota minima consigliata dal governo.