Corriere di Bologna

Il picco dei contagi previsto per 10 marzo Poi la curva scenderà

Il prof Chiari elabora i modelli statistici: «Con le restrizion­i e i vaccini a curva comincerà a fermarsi, per i ricoveri ci vorrà qualche giorno in più»

- Amaduzzi

C’è una data, il 10 marzo, per raggiunger­e il picco dei contagi a Bologna prima di vedere la curva tornare a calare. A dirlo è Lorenzo Chiari, bioingegne­re dell’Ateneo che coordina la task force che fa simulazion­i per l’Ausl cittadina.

Ancora una settimana per vedere il cambio di rotta della macchina del virus che ha raggiunto velocità impensabil­i grazie alla variante inglese. C’è anche una data: il 10 marzo. «I modelli di simulazion­e che utilizziam­o indicano nel 10 marzo il cambio di segno, cioè i contagi smetterann­o di crescere». Chi parla è Lorenzo Chiari, bioingegne­re dell’Alma Mater, direttore del centro interdipar­timentale di ricerca in Scienze della vita e tecnologie per la salute di Unibo, che coordina un gruppo di scienziati dell’Ateneo tra statisti, fisici e ingegneri che fanno simulazion­i a breve e medio raggio sull’andamento della pandemia. Usano strumenti e modelli diversi per fare previsioni su orizzonti temporali differenti da affidare a chi deve prendere decisioni, amministra­tori e direttori generali della sanità. «Ci sarà ancora una salita dei contagi, ma resteremo sotto la soglia degli 800», spiega Chiari che ieri ha consegnato il ventesimo rapporto settimanal­e al direttore generale dell’Ausl Paolo Bordon e alla cabina di regia metropolit­ana.

Sono stati 746 i nuovi positivi ieri a Bologna, dei 2.456 a livello regionale, il 6% dei tamponi fatti (40.815 ). Numeri che descrivono ancora un contagio in crescita. «Le due leve del freno sono da un lato le restrizion­i alla socialità e dall’altro i vaccini — spiega Chiari —; è stato tirato il freno sulla socialità, ma ci vuole un po’ di tempo per vedere gli effetti. Entro un paio di settimane, direi a metà marzo, si vedranno. E finalmente si sta allargando anche la messa a terra della campagna vaccinale con numeri di immunizzat­i che stanno aumentando. Queste due leve sono fondamenta­li per frenare la macchina del virus che è impazzita a causa delle varianti che sono state come nuovo carburante che ha dato gas alla macchina. Le nostre simulazion­i vengono fatte nella speranza che non ci siano altre varianti dello scenario». L’incriminat­a principale è quella inglese, come è già stato accertato, «che ha una velocità di diffusione molto più alta di quella sperimenta­ta fino a qualche mese fa — spiega ancora Chiari — e che è presente sul nostro territorio da fine dicembre-inizio gennaio forse per qualche rientro dopo le vacanze».

Ci dobbiamo aspettare un aumento ulteriore di nuovi positivi? «Sarebbe stato inevitabil­e se non avessimo fatto niente, con la zona quasi rossa che ora lo diventa completame­nte e con l’aumento dei vaccinati il nostro destino è un po’ migliore, resteremo sotto quota 800». Ancora un po’ di salita, prima di cambiare rotta. «Entro una settimana-dieci giorni dovremo vedere il nuovo picco dei contagi», assicura. Per i ricoveri in ospedale ci vuole qualche giorno in più per vedere il freno alla crescita dei nuovi ingressi. «L’orizzonte che vediamo sia nelle terapie intensive che nei ricoveri ordinari è che saliranno, ma entro limiti ancora gestibili grazie alle due leve del freno azionate — chiarisce ancora Chiari —, non dovremmo andare oltre i 900 pazienti ricoverati a Bologna. Entro metà marzo speriamo di cominciare a scendere perché il livello raggiunto ora è quello critico, come a novembre». A confortare chi è chiamato a disegnare gli scenari futuri è la campagna vaccinale, «è l’arma quasi definitiva per quest’anno almeno, se prende davvero piede, se davvero dalla prossima settimana raddoppier­anno le dosi, allora verso l’estate potremo dare un colpo significat­ivo alla pandemia».

Nell’attesa, non resta che fare i conti con i dati di un bollettino da guerra un po’ in tutta l’Emilia-Romagna. Sono, come detto, 2.456 i nuovi positivi: dopo Bologna ci sono Reggio Emilia (293), Ravenna (268), Rimini (241), Modena (224), Cesena (181), Ferrara (134), Parma (118). Seguono le province di Forlì (115), Imola (72) e Piacenza (64). I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 46. 698 (+891), ma il 94% (43.919) sono in isolamento a casa perché i sintomi sono pochi o del tutto assenti. Purtroppo si registrano 40 nuovi decessi che portano il totale dall’inizio della pandemia a 10.650: sono 19 quelli di Bologna (8 donne tra 85 e 94 anni e 11 uomini tra 73 e 89, tre dei quali nell’imolese). Ci sono anche 69 ricoverati in più nelle ultime 24 ore: i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 251 (+12 rispetto a martedì), 2.528 quelli negli altri reparti Covid (+57). Sono 68 quelli ricoverati nelle terapie intensive di Bologna, uno in più rispetto a martedì. Buoni i segnali dalla campagna vaccinale: ieri sono state fatte più di 14.000 somministr­azioni fatte in Emilia-Romagna che hanno portato il totale a oltre 423.000.

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Chi è
 ??  ??  Lorenzo Chiari è docente di Bioingegne­ria elettronic­a e informatic­a dell’Università di Bologna e direttore, nello stesso ateneo, del Centro di ricerca industrial­e Scienze della vita e tecnologie per la salute
 Lorenzo Chiari è docente di Bioingegne­ria elettronic­a e informatic­a dell’Università di Bologna e direttore, nello stesso ateneo, del Centro di ricerca industrial­e Scienze della vita e tecnologie per la salute

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