La corsa al Rettorato, si candida anche Molari
Il dialogo e il confronto sono le sue priorità per costruire l’Alma Mater del futuro. Giovanni Molari, classe ‘78, direttore del dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari e da 3 anni in Senato accademico, ha sciolto le riserve e ieri con una lettera a tutta la comunità accademica ha ufficializzato la sua decisione di candidarsi alla guida del rettorato.
Il dialogo e il confronto sono le sue priorità per costruire l’Alma Mater del futuro. Giovanni Molari ha sciolto le riserve e ieri con una lettera a tutta la comunità accademica ha ufficializzato la sua decisione di candidarsi alla guida del rettorato. Si aggiunge così ai quattro colleghi che nelle scorse settimane avevano già pubblicamente manifestato questa intenzione, vale a dire la italianista Giuliana Benvenuti, la giurista Giusella Finocchiaro, Pier Paolo Gatta di Veterinaria e e Maurizio Sobrero di Scienze aziendali. Classe ‘73, sposato con 4 figli, Molari è ordinario di Meccanica agraria, direttore (appena confermato) del dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari e membro del Senato accademico.
Professore, quali sono i motivi di questa scelta?
«Dopo un lungo periodo di ascolto di tutto l’Ateneo ho ritenuto che questo fosse il momento giusto per esplicitare la mia scelta. Dopo 3 anni di direzione di un dipartimento e di senatore accademico ho capito che ci sono le condizioni per cambiare le cose che non vanno e migliorare il nostro Ateneo».
Un momento per nulla facile questo.
«Viviamo un periodo drammatico che, come ho scritto nella mia lettera, rischia di renderci impossibili l’incontro e il dialogo: a maggior ragione l’incontro e il dialogo saranno le mie priorità».
Quali sono le cose che non vanno?
«La complicazione amministrativa e la manutenzione sono due aspetti in cui mi piacerebbe intervenire. Vorrei inoltre finanziare maggiormente la ricerca di base e e dare supporto alle aree che hanno meno entrate da progetti».
Nella lettera che ha inviato ieri ha annunciato un fitto calendario di incontri online con le diverse aree dell’Ateneo.
«Ritengo che sia molto importante condividere le idee con tutti e raccogliere anche spunti e riflessioni perché da aree diverse nascono le proposte per migliorare l’Ateneo».
Incontri online, come tutta l’attività dell’Università in zona rossa: quanto sta pesando?
«Da parte di tutti, studenti, docenti, tecnici, amministrativi, è stato fatto un grosso sforzo, ma non vediamo l’ora di tornare al rapporto di persona».
Con lei siete in cinque a sfidarvi per il post Ubertini. Come la vede?
«Siamo in tanti, va bene. Spero ci sia la possibilità di confrontarci».