Quei 36 contatti telefonici tra i due uomini
Contatti telefonici, 36 in poco tempo, e nessuno dopo il delitto, ma anche le telecamere che documentano gli incontri per pianificare il delitto e, infine, la targa dell’auto usata dal killer inquadrata dagli occhi elettronici del Comune il giorno del delitto: «Ha detto che voleva e ucciderla e l’ha fatto», scrive il giudice.
«Lo ha detto e lo ha fatto. Aveva preannunciato che le avrebbe `mandato qualcuno´ e le ha mandato qualcuno». Il gip di Ravenna Corrado Schiaretti spiega nell’ordinanza di custodia cautelare perché Claudio Nanni, ex marito di Ilenia Fabbri, è gravemente indiziato di essere il mandante del brutale omicidio della donna. Perché «si è procurato un alibi e ha pagato e istruito un sicario, fornendogli il momento, le chiavi dell’abitazione, la garanzia che la porta si potesse aprire, le indicazioni per trovare subito la vittima».
Alla moglie aveva rivolto minacce diverse volte, come testimoniato dalla sua ex compagna. «Io prima o poi le mando qualcuno...gli faccio fare la festa» disse nel 2018 alla donna, che si è presentata spontaneamente agli inquirenti. Lo temeva anche la vittima, tanto da confidarlo ai suoi di amici. «Le sue parole – osserva il giudice - a distanza di anni hanno consentito di comprendere le dinamiche psicologiche dell’indagato, un uomo avido, paranoico del controllo, privo di scrupoli quando si tratta di definire questioni di denaro». Un uomo che la mattina dell’omicidio, arrivato insieme alla figlia davanti alla casa in via Corbara, non scende neanche dall’auto, lasciando che
Arianna si precipiti in casa e scopra che la mamma è stata ammazzata. Il comportamento di Nanni quando la figlia, alle 6.07 del 6 febbraio, riceve la telefonata della fidanzatina che è rimasta in casa, per gli inquirenti «deve essere letto come un’involontaria confessione». L’ex marito piange, si dispera, non accelera: «Oddio mio» esclama quando scopre che in casa Ilenia non è sola. «Dille di chiudersi in camera a chiave» grida ad Arianna. Perché, è il sospetto, sa che il sicario deve avere il tempo di simulare un furto finito male.
Invece la presenza della ragazza sconvolge i piani. Tanto che per il gip «se l’assassino si fosse accorto della presenza in casa di una terza persona non avrebbe lasciato vivere la scomodissima testimone».
L’individuazione di Pierluigi Barbieri, amico di Nanni, «più volte incontrato nei giorni precedenti all’omicidio, professionista dei crimini a pagamento, ha chiuso il cerchio». I due hanno trentasei contatti telefonici nel 2020, diversi a gennaio 2021, si incontrano fino al 29 gennaio, ma, casualmente, non hanno più alcun contatto dopo la morte di Ilenia. C’è qualcosa di ancora più anomalo: il 6 febbraio l’auto di Barbieri parte da Reggio Emilia a metà della notte per raggiungere Faenza a un orario insolito, dopo aver spento il telefono a Bologna. Un uomo che per la Scientifica è con alta probabilità Barbieri viene inquadrato all’incrocio di via Corbara dalle 5,21 alle 5,51, «in trepida e un po’ nervosa, attesa» finché non vede andar via l’auto di Nanni.
Ilenia aveva un vita trasparente, nessuno poteva avercela con lei. «L’unica persona che poteva avere un vantaggio, centinaia di migliaia di euro di vantaggio – prosegue il gip – dalla sua morte era l’ex marito». Il suo piano è riuscito, «ciò che è fallito è stato l’apparato di copertura del crimine», perché il sicario non riesce a soffocare la vittima nel sonno. Ilenia «si è aggrappata alla vita», ha reagito disperata, facendo saltare per l’ultima volta i piani dell’ex marito.