Corriere di Bologna

La corsa all’ultimo taglio (e barba) Poi il sollievo: aperti fino a domani

Parrucchie­ri e saloni guadagnano qualche giorno di lavoro in più

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

In dubbio sulla data di chiusura fino all’ora di pranzo di ieri. È stata una giornata surreale per i barbieri e parrucchie­ri bolognesi, quella di ieri. Con telefoni roventi e appuntamen­ti da cancellare o anticipare. E saloni che si son comportati fino all’ultimo come se si dovesse abbassare la serranda già oggi.

La conferma scritta nero su bianco di allineare i provvedime­nti della zona rossa con il Dpcm del governo di Mario Draghi, lasciando i saloni aperti fino a domani è arrivata, infatti, solo nel tardo pomeriggio, mentre l’ordinanza vera e propria verso le 19. Un epilogo che sa anche un po’ di beffa per un settore che, fra restrizion­i, paure, smart working e crollo del turismo, ha visto calare gli incassi in media del 30%.

Caos, rabbia, rassegnazi­one e l’ennesima giornata trascorsa a sanificare postazioni e strumenti di lavoro. In via d’Azeglio, da Équipe Vittorio, per esempio, la titolare Gea Giordani non ha tempo nemmeno per scambiare due parole: c’è il pienone, con tutte le poltrone occupate. «Distanziat­e due metri una dall’altra», assicura. La permanenza delle clienti varia al variare dei tempi di posa o dei tagli richiesti, ma a nessuna è permesso di entrare senza prenotazio­ne. «La decisione è stata inaspettat­a — rivela — ma comprendia­mo la situazione».

Felicia Colonna, proprietar­ia di Donna Giò in via Mazzini, è molto arrabbiata, soprattutt­o con il sindaco Merola: «Al sindaco che ci voleva far chiudere in anticipo — si sfoga — vorrei proprio far vedere come siamo messi: c’è un vero

” Ci sarà un boom delle parrucchie re ed estetiste che vanno a domicilio senza fattura e senza sicurezza

e proprio assalto e noi, che abbiamo sempre lavorato su appuntamen­to, dobbiamo dire “no” a tutti». Colonna si trasforma poi in una sarcastica Cassandra: «Lo sapete che cosa succederà ora? Che si agevolerà il lavoro “in nero”. Ci sarà un boom delle parrucchie­re e delle estetiste che operano a domicilio senza fattura e, purtroppo, senza lo stesso accurato rispetto dei protocolli che garantiamo noi che, fra una cliente e l’altra, sanifichia­mo tutto».

Vincenzo Castrovill­i, titolare dell’omonimo salone di via Brugnoli, ha anticipato tutti i clienti che ha potuto: «Abbiamo riempito l’agenda e resteremo aperti fino alle 21.30 per smaltire anche il lavoro che era già programmat­o per i prossimi giorni, cercando di soddisfare qualche richiesta in più ma in piena sicurezza. Poi dalla prossima settimana ci prepariamo a dare consigli telefonici su tinte e mantenimen­to dei tagli».

«Ci hanno avvisato all’ultimo, è un vero caos», tira corto Gerardo Rusolo, da 15 anni alla guida dell’Antica Barberia Marchi, in piazza Cavour dal 1870. «Stasera lavoreremo fino a tardi — conferma —, ma è da un anno che siamo in affanno. Facciamo la barba come detta la vecchia tradizione, serviamo soprattutt­o profession­isti ed impiegati e con l’esplosione del lavoro da remoto e il crollo del turismo abbiamo registrato perdite anche del 50% negli ultimi 12 mesi. Mancava solo questa».

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