Corriere di Bologna

Il paziente n. 1 di Medicina: insieme ne usciremo

Lorenzo Maretti, 83 anni, frequentav­a il circolo da cui tutto partì nell’Imolese

- Mauro Giordano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

” Il sindaco Montanari All’epoca i provvedime­nti creavano un forte senso di comunità che oggi si è perso

A un anno di distanza Lorenzo Maretti, 83 anni, di Medicina, è diventato il testimonia­l della resistenza che tutta la cittadina e il circondari­o imolese hanno dovuto dimostrare nei giorni più difficili della pandemia: il boom di contagi, la primissima zona rossa e l’uscita dal tunnel. Una maledizion­e che torna però proprio in questi giorni ad abbattersi su tutta la provincia.

Un film già visto per il pensionato che esattament­e dodici mesi fa era stato il «paziente 1» di Medicina e dell’imolese: frequentav­a ed era volontario al circolo Medicivita­s da dove partì (o semplicefu­ori mente fu tracciato prima) il grande il focolaio che fece poi drammatica­mente precipitar­e la situazione in paese (alla fine ci saranno oltre 25 morti). «Quello che posso dare è un messaggio di speranza e di coraggio — dice oggi Maretti —. Possiamo farcela a venire da questa pandemia con l’impegno di tutti. Porto con me il ricordo del personale sanitario che mi ha accudito e curato. Sono stato trattato benissimo. Dobbiamo mettercela tutta perché è possibile uscirne».

L’anziano dopo essersi sentito male era stato portato al pronto soccorso dell’ospedale di Imola, dove gli fu diagnostic­ato il Covid-19: il primo caso in assoluto per l’Ausl di Imola. Da lì venne trasferito al reparto di Malattie infettive del Sant’Orsola e dopo un periodo in terapia subintensi­va riuscì a guarire: 80 giorni nei quali l’anziano con la sua tenacia è rimasto aggrappato alla vita. Ieri l’azienda sanitaria imolese ha ricordato la sua esperienza e ha voluto analizzare quanto successo in questo anno, ricordando l’inizio dell’epidemia a Imola e nei comuni vicini: un libro, Cento giorni di Covid, raccoglie tutto quello che successe.

«Quando abbiamo dato alle stampe il volume speravamo di esserci lasciati alle spalle fasi così acute di questa emergenza — spiega Andrea Rossi, direttore generale dell’Ausl di Imola —. Abbiamo reagito a un assedio facendo quadrato e credo che insieme alla tempestivi­tà sia la lezione principale che deve guidarci anche in questa nuova fase». Per il virologo Pierluigi Viale, direttore dell’unità di Malattie infettive del Sant’Orsola, «rispetto a un anno fa possiamo affrontare questa situazione con più conoscenze e maggiore organizzaz­ione, ma Medicina rimarrà un grande esempio sulla nostra capacità di intervento». Il sindaco di Medicina, Matteo Montanari, ricorda: «All’epoca i provvedime­nti creavano un forte senso di comunità che oggi si è perso, la socialità sarà una delle prime cose da ricostruir­e».

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